Era impossibile che il Governo "grillo leghista" venisse alla luce in una confezione conforme alla dignità dell'evento.
Sia dal punto di vista della sua composizione come da quello del suo programma.
In fondo esso è la proiezione scenica di un elettorato che il 4 marzo scorso, ha deciso, nella sua maggioranza, di dire addio alle sue rappresentanze tradizionali, di centro (autonomie popolari), di destra (Forza Italia) e di centro sinistra (Pd e LeU).
I motivi reconditi, o dell'inconscio collettivo, sono difficili da isolare secondo un loro ordine di importanza
La loro genesi scaturisce dalla sfiducia complessiva delle condizioni del nostro paese e dalla quantità di interrogativi privi di risposte, nelle prospettive delle nuove generazioni.
Aderiamo a tante istituzioni sovranazionali e soprattutto facciamo parte dell'Unione europea, le cui modalità di funzionamento sono così insoddisfacenti (ed i moniti quotidiani che ci vengono rivolti), paradossalmente riescono, esse per prime, a suscitare nostalgia per quella "nazione" che gli italiani, come patrioti, non hanno mai profondamente amato.
Il fallito progetto di un assetto federale, gli Stati Uniti d'Europa del Manifesto di Ventotene, ed una conversione monetaria concepita radicalmente sbagliata, hanno generato, nei fatti e nella psicologia collettiva, classe dirigente politica inclusa, una inconscia subalternità.
Il successo elettorale della Lega (ribellione all'Unione europea) del Movimento penta stellato (catarsi della corruzione e palingenesi morale) sono stati la risposta differenziata ma, nell'aritmetica dell'esito elettorale, illusoriamente unificatrice e politicamente infeconda.
Senza la lucida consapevolezza della crisi politica ed istituzionale derivante dal tradimento federalista e della colossale sperequazione di una assurda conversione monetaria, ogni prospettiva di riscatto del nostro paese resterà senza risposta.
Si faccia o no questo bizzarro Governo grillo leghista o si ricorra ad una nuova consultazione elettorale, ogni concreta speranza rimarrà inevitabilmente frustrata.
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