lunedì 4 dicembre 2017

La disputa ingannevole fra (parimenti) responsabili dei patrii disastri economici

E' ingannevole catalogare il conflitto in corso fra Matteo Renzi, segretario del Pd (ed ex primo ministro), avverso Ignazio Visco, Governatore di Bankitalia e Giuseppe Vegas, Presidente della Consob (a loro volta in contrasto nel differenziare le rispettive responsabilità), come fattispecie di scontro istituzionale.

Il contenzioso scaturisce dalla constatazione della mancata identificazione tempestiva delle numerose situazioni di crisi o di fallimento di numerosi istituti di credito (Montepaschi, Anton Veneto, Cariferrara, Caririeti, Etruria, Carimarche, Banca popolare di Vicenza...), della loro correlazione, e soprattutto della tardiva e scoordinata capacità di intervento.

Le modalità delle prese di posizione rispettive non consentono infatti a soppesare le loro strategie difensive come attinenti a regole e comportamenti ispirati agli Istituti ed essenzialmente ai rispettivi statuti, secondo le funzioni stabilite dalla legge.

E' lecito invece desumere che i protagonisti della contesa, obbediscano, inconsciamente o meno, ad una impostazione difensiva che, nel vecchio codice penale, si richiamava alla categoria giuridico - concettuale dell'insufficienza di prove ed alla conseguente difficoltà di comminazione della sanzione relativa.

Nei processi indiziari, l'insufficienza di prove era una tattica processuale, in grado di avvantaggiare gli indiziati anche nel caso in cui essi risultassero reciprocamente colpevoli alternativi, ma tuttavia entrambi convergenti alla sentenza di assoluzione, per insufficienza di prove.

Fu memorabile, al riguardo, circa una quarantina di anni or sono, l'assoluzione dei coniugi Bebawi, di nazionalità egiziana, entrambi imputati di omicidio, che si accusarono vicendevolmente di esserne stati l'unico ed assoluto autore: finì appunto con l'assoluzione e la rimessa in libertà di entrambi.
  
L'andamento della ricostruzione delle responsabilità dei disastri bancari, nell'ambito della Commissione parlamentare allo scopo istituita, segue, inconsciamente o meno un andamento assai simile.

Con tuttavia l'importante sottolineatura che la sentenza che ne dovrebbe sortire, essendo di natura politica, sarà benissimo in grado di stabilire le parallele responsabilità (ed anche le possibili implicazioni penali) ma ciascuno dei responsabili in campo, sicuramente avranno modo di rifarsi,  accentuando vistosamente le riscontrate manchevolezze altrui.       

E' un quadro consueto delle cose politiche di casa nostra, in questo caso non di facile gestione per l'intervenuta commissione parlamentare, troppe essendosi ormai palesate le criticità del nostro universo bancario, per pensare di poterle coprire con il velo pietoso del trascorrere del tempo.

Come si illudeva appunto di cavarsela il nostro Ministro dell'Economia, uso frequentemente a rassicurare l'opinione pubblica, per non commendevoli vicende della finanza pubblica, con il richiamo alle garanzie di solidità del nostro mondo bancario.       

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