domenica 24 novembre 2019

L'irrazionale scontrarsi del mondo politico sul Meccanismo di Stabilità

   E' frequente, negli eventi della piccola e grande cronaca politica, che i motivi del formarsi o disgregarsi di vecchie e nuove formazioni politiche, siano riconducibili a motivi la cui genesi, a posteriori, riesce a spiegare la loro effettiva (in)consistenza, o addirittura la loro pretestuosità.

   Appartiene a questa fattispecie, anche la linea di demarcazione fra sovranisti, europeisti e populisti, che oggi, in Europa, appare, ma non è, elemento fondamentale di discrimine per il suo futuro politico.
     
   Lo si può desumere, in ambito italiano, nello scontro in corso, fra coloro che favoriscono o contrastano sui principali nodi - di ambigua interpretazione - che sembrano annidarsi nel cosiddetto MeS, acronimo di Meccanismo europeo di stabilità, e divenuti tema di forte virulenza nel dibattito politico di questi giorni.

   In particolare, l'opposizione leghista, oltre all'ostilità dichiarata verso tale innesto nell'apparato istituzionale europeo, non esita addirittura ad imputare a Giuseppe Conte il tentativo di giungere all'approvazione di un meccanismo finalizzato al soccorso dei paesi europei finanziariamente in difficoltà soprattutto per sue primarie ambizioni personali di consolidamento del suo ruolo.

   Il Premier, infatti, secondo Salvini, pur consapevole che Il Meccanismo di stabilità, se chiamato ad intervenire, potrebbe imporre al paese richiedente la ristrutturazione del proprio debito, non arretra di fronte alla circostanza che vedrebbe l'Italia, forse più di ogni altro paese europeo, esposta al rischio di asservimento a condizioni insopportabili.

   "Conte - sempre per Salvini (che pure era edotto di tutte le fasi preparatorie di tale accordo - ha sottoscritto questo Meccanismo per assecondare Bruxelles e consolidare il suo potere, ma compiendo un tradimento del suo Paese".

   Precisamente due giorni fa, il Governo, senza riuscirvi, ha tentato di offrire chiarezza al quadro complessivo della questione, ed ha rimandato l'esito finale della vertenza alla seconda metà del mese di dicembre.

   La stranezza della, peraltro delicatissima ed inelegante, querelle fra i due esponenti politici.. sarebbe stata evitata se i due suddetti esponenti, avessero dedicato solo una piccola parte del loro tempo per riflettere sulle cause della genesi del Mes, in precedenza denominato Fondo europeo di Stabilità (Fesf).

   Si rifletta cioè sulla modalità assurde, dal punto di vista della coerenza tradita nel processo di edificazione dell'Unione europea stessa.

   Un processo che tutti presupposti storici più significativi (Usa, in primis) e la limpidezza dei documenti (Manifesto di Ventotene ) che avrebbero dovuto guidare al riscatto millenario di errori e di lotte fratricide di quasi tre millenni: precisamente il Federalismo ed il rigore della Unità monetaria. 

"Tanto rumore per nulla" oggi, per districare le conseguenze di una Unione politica su base gerarchica.

  "L'irresponsabile silenzio" allora, quando nella indifferenza generale gli equilibri finanziari del nostro Paese subirono la peggior mutilazione, guerre a parte, di tutta la storia nazionale.

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