domenica 2 ottobre 2016

Ciò che possono insegnare le vicende della Deutsche Bank

Che le Borse tremino quando un titolo come la Deutsche Bank, il maggior Istituto di Credito europeo, subisce oscillazioni repentine dell'ampiezza di circa il 18%, come è accaduto venerdì scorso 30 settembre, è una circostanza perfettamente naturale per scelte speculative che, delle Borse medesime, sono l'essenza.

Diverso è tuttavia il discorso se il panico borsistico avviene per il susseguirsi di notizie, anche contraddittorie, la cui fonte è riconducibile a provvedimenti istituzionali completamente estranei al meccanismo speculativo ed alla stessa realtà economica.

Venerdì scorso, infatti, ad inizio delle contrattazioni, notizie accreditate confermavano la multa di 14 miliardi comminata dagli Usa alla Banca tedesca, per violazioni reiterate della legislazione colà vigente fin dal 2008, e provocavano un ribasso del titolo fino al 9%.

Notizie successive, del tutto inattese, riferivano di una secca diminuzione della multa succitata di oltre il 50%, e producevano non solo il pieno recupero del titolo ma un ulteriore repentino aumento che, a fine giornata, superava la soglia di oltre l'8%.

Orbene, importa sottolineare che le causali di tali oscillazioni non derivano da libere scelte speculative e previsionali degli operatori, ma da analisi di situazioni che, nel caso di Deutsche Bank, secondo il F.M.I. "...contribuiscono ai rischi sistemici tra le banche di rilevanza globale" (Il Messaggero", 1 0ttobre), specie nell'ambito dei titoli "sub prime" e derivati di variegata natura.
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Il riconoscimento di tali oggettive e comprovate responsabilità, include il principio dei nessi causali che caratterizzano una parte sempre maggiore dei rapporti economici internazionali, con maggior rigore nelle comunità internazionali con vincoli reciproci di, almeno teorica, cooperazione (come l'Unione europea).

In questo si inserisce il dubbio simultaneo di un auspicabile rapporto più civile fra gli stati, basato sul reciproco riconoscimento delle proprie responsabilità, ma strettamente connesso al rischio di una sopravvenuta e speculare limitazione di sovranità.

Non sono poche, nel panorama internazionale odierno, le situazioni riconducibili a categoria di "lex mercatoria"(accordo commerciale), sostitutiva della tradizionale "manus militaris" (occupazione militare) ma, come quest'ultima, potenzialmente limitativa delle rispettive autonomie.

In sostanza, un quadro, contemplato nel testo base del TTIP (Trattato di libero scambio area Atlantica), tuttora in attesa di approvazione, che prevede nuovi arbitrati internazionali estranei alle
rispettive magistrature nazionali.  

La vicenda della Deutsche Bank, può efficacemente assumere il ruolo di cartina di tornasole di future configurazioni internazionali, sulle quali è meritevole ogni meditazione, quale che sia il punto di vista di chi intende affrontarla.

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