Non riusciamo a capire quale sia l'effettivo punto di vista del "Corriere della Sera" sul crescente consolidarsi di un giudizio complessivo sui sempre più deludenti risultati della moneta unica europea.
Non possiamo infatti dimenticare che Corsera salutò l'accordo sulla moneta unica (3 maggio 1998) ed il connesso valore di conversione della lira, con due editoriali che non esitavano ad attribuire all'euro il significato storico di un progresso di democrazia (Mario Monti) e di civiltà (Tommaso Padoa Schioppa).
Non può dunque non sorprendere, dopo il recentissimo e severo editoriale di Lucrezia Reichlin, l'articolo odierno di Roberto Sommella - editorialista con curriculum professionale di tutto rispetto - che (Corsera, pag. 28) a sua volta, proietta nell'incertezza più fosca il futuribile dell'euro e di cui, senza alcuna cautela, delinea nettamente i fallimentari risultati.
La sorpresa dell'articolo sta infatti nell'essere edotti come, in un breve saggio (Editrice Fioriti) del 2014, con il titolo "L'euro è di tutti", Sommella aveva espresso sull'euro una valutazione - corroborata dalla prefazione di Matteo Renzi - tutt'altro che pessimistica.
Per il Sommella di allora il traguardo raggiungibile dalla moneta unica era semplice ed era enunciato significativamente nel sottotitolo del libro che recitava: "Con la moneta unica ci hanno guadagnato in pochi. Ora tocca ai cittadini".
La tesi stava semplicemente nella capacità, da parte degli Stati membri dell'euro zona, di cogliere tutte le potenziali premesse offerte dalla moneta unica europea.
Il bilancio che Sommella traccia nell'editoriale odierno, trascura radicalmente tale precedente schema concettuale, ed assume la parvenza di un imprevisto e desolante panorama di macerie.
Scrive infatti che "Nessuno (in Europa) assume decisioni di politica monetaria...." oppure " molti sono convinti che si stava meglio prima" e di seguito osservazioni sull'aumento del Debito pubblico, della disoccupazione, del rapporto col Pil e del costo della vita.
Ma in questo quadro desolato il nostro autore non si pone alcun quesito sul perché di tale disastro, di cui, afferma, è vittima passiva la stessa Germania. .
Come nell'opera sopra ricordata - impreziosita dalla concorde prefazione di Renzi nell'imminenza di diventare Presidente del Consiglio - anche nel lungo editoriale odierno, questo inutilmente preoccupatissimo Sommella, affronta la sua analisi senza alcuna riflessione critica sulle modalità con cui la moneta unica era stata confezionata.
Tenteremo di rivolgergli direttamente la domanda di tale omissione, ma per collaudata esperienza, siamo poco ottimisti di una sua risposta.
Ci è infatti assai nota l'indisponibilità di prestigiosi economisti (ospitati in quotidiani come appunto Corsera) a rispondere - ed eventualmente a contestare - la nostra denuncia sull'errore commesso nel calcolo della conversione delle monete dei paesi aderenti all'euro.
Un errore che storicamente sarà annoverato fra i più colossali commessi dai nostri Governi e che finora i molti esegeti delle patrie vicende, per cortigianeria o per incultura, hanno scelto di ignorare passivamente e che si identifica in una espropriazione reiterata del potere d'acquisto della nostra comunità.
Una comunità evidentemente riguardata come un gregge di pecorelle sottoposte ad una tosatura continua della propria lana dalle forbici di sconosciuti (?) ma astuti pastori che è meglio lasciare indisturbati.
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