lunedì 16 febbraio 2015

Euro: Libia e Ucraina

Che rapporto può intercorrere fra l'euro e le due gravi situazioni di crisi che proprio in queste ultime ore si vanno accentuando per l'Europa tutta?

Un rapporto politico preciso, riassumibile con le poche seguenti proposizioni.

Premettendo che nel nostro sforzo di analisi sul grado effettivo di fondatezza del meccanismo di conversione della lira con l'euro, ci siamo cimentati, collateralmente all'attenta lettura della documentazione del blog, in ogni possibile dibattito pubblico su tematiche attinenti all'euro.

Orbene, nella controversia (sovente dogmatica) fra fautori e detrattori dell'euro, un argomento non privo di solidità veniva sottolineato dai primi, cioè dai sostenitori dell'euro.

Esso consisteva in una considerazione giustificativa, connessa alla politica estera, e che diceva press'a poco così:
  • la Russia, dopo la profonda crisi seguita dalla caduta del muro di Berlino e la sua retrocessione dal ruolo di grande potenza, sta ricuperando gradualmente le connotazioni di grande potenza;
  • la Germania, tornata alla sua storica integrità territoriale, è un avamposto politico ed economico (e militare) su cui l'Ue può contare, per ogni eventuale ipotesi di necessario contenimento di revanscismo territoriale russo, dopo la disgregazione dell'Urss;
  • In questo quadro l'euro ha una grande funzione coesiva per la compattezza dell'Ue;
  • Perciò, ammesso e non concesso, che l'euro non sia stato in sé un grande affare per l'Italia, esso è comunque stato, e continua ad essere, un grande presupposto di sicurezza per l'Italia e pertanto una garanzia politica e militare irrinunciabile. 
Tutto ciò premesso, il quadro complessivo delle ondate migratorie, sposa sempre più le cause sociali (la povertà, la fame,) con quelle direttamente connesse alle guerre che costellano il continente africano ed il Medio Oriente.

La Libia ne è lo specchio tragicamente più significativo, in un quadro che stavolta vede l'Italia come avamposto europeo pressoché in solitudine fatalmente geografica ma soprattutto politica.

Non è quindi legittimo chiedere all'Ue, ivi compresi i paesi non aderenti alla zona euro,: può l'Italia essere sola a contenere le ondate migratorie che dobbiamo accogliere e soprattutto soccorrere?

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