mercoledì 9 novembre 2016

Libia, Occidente, Onu: un caso esemplare di eterogenesi dei fini

La vicenda dei due tecnici italiani, Bruno Cacace e Danilo Calonego, dipendenti dall'impresa "Con. I.Cos" di Mondovì, rapiti da una banda libica che li riteneva (erroneamente) latori di una rilevante somma in contanti, non è meritevole di ricordo solo per la sua felice conclusione.

L'episodio, come le agenzie di stampa ci hanno resi edotti nel trascorso week end, ha fornito uno spaccato delle modalità di funzionamento del "dinaro", appunto il nome dell'unità monetaria libica.

Parallelamente all'esistenza formale di un presidente libico, Fayez al Sarray, designato dall'Onu e con residenza a Tripoli, la Libia in realtà sopravvive di fatto grazie a due distinte entità governative, operanti autonomamente e distintamente, rispettivamente ubicate a Tripoli ed a Tobruk.

La vicenda dei nostri due connazionali, averebbe permesso di scoprire un altro assai più sorprendente fattore di diversificazione, forse unico al mondo, e connesso precisamente alla distinzione delle zecche di coniazione della rispettiva moneta.

Tobruk si rivolge infatti ad una zecca che opera a Mosca. mentre Londra ospita la zecca che conia le monete su ordine del governo di Tripoli.

Tali singolarità si arricchiscono della fondata constatazione che, appena effettuata la coniazione della quantità di moneta decisa, l'emissione segue percorsi ignoti a tutti, tranne che ai due governi succitati.
Tripoli e Tobruk, infatti, dissolvono immediatamente gli stock monetari appena stampati: con la legittima e naturale ipotesi aggiuntiva di una loro possibile riemersione a fini speculativi o politici.

Il pagamento della somma per il riscatto dei due tecnici italiani (cui ufficialmente ha provveduto l'impresa di Mondovì e misurata con il controvalore in dollari di circa 5 milioni)  avrebbe seguito il proprio percorso secondo lo schema sopra illustrato.

La Libia vende generalmente il petrolio grezzo dei suoi cospicui giacimenti, esigendo valuta europea (euro o sterlina) o americana (dollaro), con la precisazione che il controllo dei giacimenti è in gran parte appannaggio del governo di Tobruk: con ovvi interrogativi sull'egemonia effettiva del paese libico.

Il quadro complessivo, in conclusione, ci insegna che tutta l'azione diplomatica e poi bellica, operata da alcuni paesi occidentali (Francia, Usa e Gran Bretagna) e finalizzata all'abbattimento del regime di Gheddafi, fino alla sua eliminazione fisica, ha ottenuto risultati lontani ed opposti a quelli annunciati.

Essa ha suscitato l'ostilità profonda di gran parte dell'arco mediterraneo afroasiatico, ha aperto enormi spazi politici a Daesh ("i cosiddetti seminatori di discordia", secondo il secondo nome dell'Isis), ha accentuato tragicamente il fenomeno migratorio ed aggravato il conflitto religioso.

Ed ironicamente ha fomentato politiche commerciali ed astuzie monetarie che la supponenza occidentale non ha saputo prevedere ed ora è incapace interpretare e tanto meno di fronteggiare.  

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