lunedì 28 novembre 2016

Il referendum del 4 dicembre, la sua incerta rilevanza politica e la sua distanza dall'Europa di Ventotene

Il 4 dicembre prossimo, finalmente, l'elettorato italiano dovrà esprimere la sua approvazione - con un  Si (di adesione) o con un No (di repulsione) - di una riforma costituzionale, che coinvolge 47 articoli della Carta costituzionale, di iniziativa del Governo e già approvata dai due rami del Parlamento.

Il referendum indetto per l'approvazione popolare, in conformità alla norma costituzionale, ha registrato una campagna che, per lunghezza di durata ed asprezza di scontro fra i due fronti contrapposti, ha surclassato ogni precedente esperienza referendaria o elettorale, nell'arco di tutta la storia repubblicana.

Il referendum su cui gli elettori si esprimeranno il 4 dicembre, ha chiare criticità di forma e di contenuto, tanto più gravi in quanto esso è contravvenuto alla regola ortodossa di neutralità del Governo in ogni iniziativa referendaria.

Lo stesso Governo non ha infatti esitato, sostituendosi al parlamento, a rappresentarlo come la condizione "sine qua non" dell'obiettivo di superare l'attuale inadeguatezza istituzionale e di realizzare i presupposti della ripresa economica del paese.  

Sul piano del metodo, duole osservare che proprio le caratteristiche del referendum costringono lo stesso elettorato a dare una risposta univoca ad una materia che (come si evince dallo stesso numero di articoli - 47 - di cui si propone la modifica) riguarda contenuti differenziati e senza connessione fra di loro.

Sul piano dei contenuti, la vulnerabilità del referendum è individuabile nel suo esclusivo riferirsi agli ordinamenti della Costituzione, mentre la causa primaria, della profondità della crisi politica ed economica, è invece essenzialmente riconducibile proprio alla mancata applicazione dei principi fondamentali contenuti nella sua prima parte.

La stessa presa di potere del governo in carica è emblematica considerando la comprovata trasgressione delle modalità richiamate dall'art. 49 della Costituzione, inerenti appunto al metodo democratico con cui i partiti possono concorrere a determinare la politica nazionale.
 
I maggiori punti nevralgici, in campo sociale ed economico, si identificano appunto oltre al richiamato art. 49, nella crisi della rappresentatività sindacale (art. 39), della democrazia di impresa (art.46), e della parità di genere (art.51).

Tutte norme costituzionali, fondamentali per una democrazia compiuta, tuttavia irresponsabilmente inapplicate, da oltre 65 anni, e completamente sottaciute nella riforma governativa, ma anche dimenticate, purtroppo, nel silenzio dell'opposizione interna ed esterna al partito di maggioranza.

Che poi un referendum possa giovare alle sorti politiche personali del leader che lo ha promosso, ciò comporta un ulteriore pericolo, sul piano stesso degli equilibri democratici dei poteri istituzionali.

Se, nell'ambito economico, sappiamo riconoscere che l'Europa è ormai un elemento istituzionalmente intrinseco, nel bene e nel male, alla nostra situazione politica ed economica, il referendum, prevalgano i "Sì" od i "No", è completamente avulso da ogni elaborata visione strategica.

Semmai, l'interpretazione del ruolo (casuale o programmato) del referendum come illusorio diversivo per coprire l'impotenza di fronte alla realtà del diminuire costante delle nostre sovranità, induce gradatamente il governo ad ignorare la realtà stessa.    

Non cogliendo l'essenza della nostra subalternità, il governo ripercorre i precedenti comportamenti, si logora in negoziati effimeri invocando flessibilità nei bilanci, non acquista consapevolezza di una politica monetaria iniqua fin dall'origine e smarrisce la via maestra dell'agire politicamente, con l'inevitabile conseguenza dell'irrilevanza dei risultati e dell'isolamento politico.

Lo stesso episodio estivo dell'incontro, di Matteo Renzi con Francois Holland   ed Angela Merkel, ospiti della nostra nave ammiraglia, davanti all'isola di Ventotene, preceduto dall'atto deferente dei tre esponenti dinanzi alla targa di ricordo politico di Altiero Spinelli, può solo ormai venire derubricato ad una grottesca ed inutile manifestazione di ipocrisia politica.

Ma,con tutta evidenza, incapace di ogni anche machiavellico risultato.

Nessun commento:

Posta un commento