giovedì 23 luglio 2015

Il sogno fatale di una diversa Europa

Nel grande e necessario parlare imposto dall'ancora irrisolta vicenda greca, per il suo indubbio valore emblematico e quasi di presagio per il futuro stesso dell'Unità europea, è forse bene spendere un convinto auspicio positivo di un ritrovato e più efficace percorso politico.

Auspicio che ovviamente non comporta sicurezza di riuscita né tanto validità categorica di suggerimento di un quadro politico in diverso grado divergente dalla configurazione attuale.

E' tuttavia corretto riscontrare che ormai diffusamente, da molte parti dell'opinione pubblica europea e mondiale, il dilemma prevalente sta nella duplice interpretazione definitiva riscontro del fallimento del disegno federalista.

Che si traduce nella inevitabilità di una più modesta realtà confederativa, con egemonia tedesca, oppure nella definitiva decomposizione di realtà nazionali con loro derubricazione a ruoli sempre più subalterni.

L'episodio della Grexit, ha accelerato, pur con accenti nobili, questo mesto (o realistico) mutamento di visione, sullo sfondo di un riconosciuto abbandono definitivo della radice comune della storia europea, la Grecia appunto.

E di conseguenza il precipitare nella generale condizione di orfani di una storia tramontata.

Ma proprio la Grecia, al contrario, esperimentò un momento storico non del tutto dissimile da quello europeo attualmente in atto.

Quando si seppe incarnare nell'aforisma, di cui si appropriò saggiamente lo stesso imperialismo egemone romano, che notoriamente suonava " Grecia capta feros victores cepit" (La Grecia conquistata conquistò i feroci vincitori).

Un processo storico che seppe attingere nei grandiosi messaggi religiosi e riverberarsi splendidamente fino al nostro rinascimento nella storia della civiltà tutta.

Orbene, ripercorrere oggi gli errori commessi, di cui grandi responsabilità competono al nostro paese, che hanno contaminato le realtà istituzionali, le scelte economiche e le politiche monetarie (forse le più neglette di tutte), è il presupposto di un ripensamento costruttivo, in sede di euro zona e di Unione europea in generale, nella continuità di un cammino di civiltà mondiale.  

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