lunedì 13 luglio 2015

La doppiezza greca e il maramaldo tedesco

Sembrava che il giovane politico Alexis Tsipras ce l'avesse fatta: lo sostenevano le banche europee, soddisfatte di aver ricuperato le perdite dei primi giorni della settimana.


Lo auspicavano il Fondo monetario internazionale (ansioso di recuperare il credito già scaduto e non onorato dalla Grecia) e il presidente Usa Barack Obama (preoccupato dell'integrità della Nato nel Mediterraneo).    

Lo difendeva, dopo alcuni indugi iniziali, lo stesso Mario Draghi (giustamente preoccupato dell'ordinato procedere della sua politica finanziaria).

Ne avevano colto la convenienza Holland, seguito in conversione finale da Renzi, di fronte all'ipotesi di aprire una falla nel sistema monetario già notevolmente costellato da varie criticità.

Sarebbe stata comprensiva alla fine la stessa signora Merkel, comunque soddisfatta di portare una soluzione che ottemperava alle stesse esigenze ampiamente soddisfatte della burocrazia di Bruxelles.

Ma all'ambiguità di Tsipras, ormai soddisfatto del buon fine della doppiezza dei suoi comportamenti, (tribuno dell' internazionalismo classista nel suo intervento al Parlamento europeo e, immediatamente dopo, elaboratore di un piano più severo di quello proposto da Juncker) non era disposto a inchinarsi il ministro Schauble,

Studioso ed economista educato al concetto rigoroso del dovere della morale kantiana, Schauble è presumibilmente immedesimato nel testo, ben noto nella formazione della gioventù germanica, dei "Discorsi alla nazione tedesca" di Johann Fichte, dove l'assunto fondamentale risiedeva nell'idea che"Aver carattere ed essere tedeschi vuol dire evidentemente la stessa cosa".

Perciò, con la piena comprensione, ma forse senza condivisione, della stessa Merkel, il suo ministro non ha esitato a dettare condizioni quasi cartaginesi, pur consapevole di umiliare definitivamente la Grecia e di creare una crepa difficilmente riparabile nel progetto dell'unità europea

Da questo quadro emergono con evidenza due realtà già da tempo intraviste ma ora lampanti.

La prima dimostra che il processo di Unità europea, a fronte del protagonismo tedesco, non presenta per il resto dei paesi altra funzione che quella di essere comprimari.

La seconda focalizza nel pilastro monetario l'unico legame coesivo, ma esso stesso, per come è stato costruito, è fattore di accentuazione egemonica (tedesca).

Forse, almeno, il nostro paese avrebbe potuto avvedersene già nel 1998.

Nessun commento:

Posta un commento