domenica 19 luglio 2015

La sagacia allusiva della signora Lagarde

I giorni trascorrono nell'incertezza crescente di quello che sarà il prossimo futuro della Grecia, nel coro dei tanti che, con diritto ed a ragione, intervengono per proporre nuove modalità di soluzione al problema.

In questo quadro è giocoforza concentrarsi sul mutamento di atteggiamento del Fondo monetario internazionale il cui proposito sembra rovesciato rispetto al primitivo rigidissimo rigore.

Ora la signora Christine Lagarde si distingue per la nettezza con cui valuta l'impossibilità assoluta per lo stato greco di ottemperare al piano appena approvato dal proprio parlamento.

E corrobora questo suo giudizio con il semplice rapporto dell'ammontare del debito complessivo con il numero dei propri cittadini, da cui si deduce che ogni greco, neonati e anziani compresi, sono caricati di un debito, pro capite, di 28.000 euro.

L'elegante e raffinata presidente del F.M.I. è troppo ben informata per non avvedersi che in altri casi dell'euro gruppo, ci siano situazioni che presentano cifre ben peggiori connessi a questo indice, grezzo ma significativo, dello stato rispettivo di indebitamento.

Se il rapporto di cui sopra viene calcolato per il nostro paese, dobbiamo tristemente verificare una cifra che eccede ampiamente i 28.000 euro della cifra pro capite dei greci, di oltre il 30 per cento.

Dal dato recente di un nostro debito pubblico dell'ammontare di 2.218 miliardi, e dividendoli per una popolazione approssimativa di 60 milioni di cittadini, perveniamo infatti a un debito pro capite di oltre 36.000 euro.

E' facile presumere che la signora Lagarde, abbia inteso parlare a suocere (Germania, ad esempio) perché altre nuore (fra cui l'Italia) intendano: in un contesto che, forse, è di finanza internazionale ma con altissima valenza geo politica, dal punto di vista occidentale.

E dispiace notare come, nell'ignoranza assoluta di questo quadro complessivo del nostro pubblico bilancio, ieri il nostro premier si sia avventurato in un immaginario prossimo venturo di diminuzione di tasse ed imposte di carattere onirico.

Con ciò alimentando il dubbio se non sia del tutto inverosimile l'ipotesi che, nell'inconscio della nostra classe politica, sia ormai avvertita l'impossibilità di predicare altro se non un mondo di sogni e di illusione.

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