mercoledì 29 luglio 2015

Fmi, riforme, Europa

Nel contesto di una situazione politica segnata dall'incertezza, registriamo, nello scampolo residuale di un torrido luglio, forse senza eguali da molti decenni a questa parte, una segnalazione sconsolante da parte del Fondo monetario internazionale.

Ci si annuncia, infatti che il nostro paese ritornerà ai livelli occupativi dei primi anni del millennio non prima di vent'anni..

La risposta immediata del nostro Ministero di economia e finanza ( Mef) ha indicato in tale previsione un netto errore di omessa considerazione di una serie di riforme del nostro apparato economico ed istituzionale, per effetto delle quali, il ritorno ai traguardi precedenti alla crisi economica avverrà sicuramente entro tempi molto più vicini a noi.

Ci sia consentito di esprimere profonde riserve sul metodo e sulle quantificazioni di tali previsti scenari, a prescindere dalle specificità relative al nostro paese.

Non è possibile prescindere, nel formulare tali proiezioni ragionare. quali che siano i criteri ed i coefficienti adottati, senza prender atto di considerazioni macro economiche dal cui inverarsi dipenderanno i destini specifici di singole realtà economiche, nazionali ed internazionali, ed anzi la loro stessa probabilità di sopravvivenza.

Esemplificando, in termini generali, non è possibile non porsi interrogativi sui processi in corso relativi allo sviluppo ed alla preminenza economica, militare di grandi potenze ed ai conflitti sociali e religiosi che pervadono e contaminano, ad eccezione forse dell'Oceania, tutte le grandi aree continentali.        

Nella ristrettezza medesima dei nostri limitati confini nazionali, non è possibile formulare previsioni significative prescindendo dallo scenario che riteniamo possa risultare dal processo in corso dell'unità europea, nel realistico quadro delle condizioni in atto, e quindi del grado di autonomia nazionale effettivamente disponibile.

Non è infondato, in conclusione, che il gran parlare che, a livello istituzionale come governativo, nazionale o internazionale, tali dichiarazioni corrispondano prevalentemente a pur legittime necessità tattiche dei rispettivi organismi ma debbano considerarsi di limitatissimo effetto tattico e propagandistico.

Senza dimenticare che le radici del nostro faticoso procedere rimangono sempre coperte, perché il coraggio di renderle note non appartiene da molto tempo ai nostri reggitori.  

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