domenica 5 giugno 2016

Quella domanda di Scalfari a Renzi...

Nell'odierno consueto editoriale della domenica su"la Repubblica", Eugenio Scalfari, svolge una vasta ed angosciosa disamina dei problemi politici, economici ed ambientali che incombono sul pianeta.

Il fondatore di Repubblica, ne deduce, con sicurezza e copiosità di argomenti, la gravità ed il carattere globale della crisi oggi di fronte a noi, ne coglie la complessità delle sue dimensioni e delle sue connessioni, ivi incluse profonde connotazioni razziali, morali e religiose.

Quasi a respingere, intimamente, lo spettro di un stato di impotenza, Scalfari riesce infatti ad individuare un limitato ma possibile percorso di proposta politica ed accende, nella parte conclusiva dell'editoriale, un focus specifico sulle difficoltà più impellenti dell'economia europea e col
ravvisarne le maggiori criticità nell'ambito dei problemi monetari.

L'ipotesi di un possibile contributo italiano viene individuata nel quadro del dissidio crescente fra la politica di accrescimento di liquidità perseguita da Draghi, presidente della Banca Centrale Europea e la netta opposizione tedesca da essa provocata.

La politica della Bce si cimenta infatti ormai oltre i confini definiti dal Qe (Quantitative Easing), cioè l'acquisto di titoli pubblici, per dispiegarsi negli ampi spazi del credito, per investimenti o per accrescimento dei consumi, a favore dei privati.    

La contrarietà tedesca a questa dilatazione delle competenze della Bce, ci informa Scalfari, non esclude l'ipotesi, alimentata da Wolfang Schauble (ministro tedesco dell'economia), nel silenzio
presumibilmente consenziente di Angela Merkel, di una possibile "german-brexit", per un ritorno al marco o ad una moneta a due diverse velocità.

E' appunto qui che scatta un fermo proposito di Scalfari, che ha in programma per l'11 giugno un incontro con Renzi, in occasione del Festival delle idee di Repubblica.

Fruendo della citata circostanza, Scalfari, chiederà a Renzi, in auspicato e contestuale fronte unico con tutti i paesi dell'euro zona e in piena convergenza con la politica monetaria di Mario Draghi, di diffidare la collega tedesca da tale infausto proposito.

A prescindere dalla fondatezza di siffatti scenari di un, parziale o meno, divorzio tedesco dall'eurozona, appare in tutta evidenza che, nel pensiero di Scalfari, si rovescia la procedura fisiologica di intervenire sulle radici di un processo fallito, quello della moneta unica, e solo in fase successiva sulle sue sperimentate conseguenze.

E' così difficile comprendere che le origini del graduale dissolvimento del processo della moneta unica, devono essere ricercate nel meccanismo assurdo con cui esso fu realizzato, con danni incalcolabili, finanziari ed economici, da noi subiti con ancor più assurda rassegnazione?

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