Dalla lettura del recentissimo Rapporto McKinsey (notissima Agenzia internazionale di consulenza imprenditoriale), sul grado di benessere dei paesi più ricchi del mondo occidentale, misurato in base all'ammontare dei redditi familiari enucleati secondo le categorie sociali e professionali di appartenenza, scaturiscono dati consuntivi di grandissimo interesse.
Ne traccia una concisa ed interessante radiografia Federico Rampini, editorialista di Repubblica, in un duplice articolo del 12 e 14 agosto u.s..
Dall'esame dei dati di reddito delle famiglie, al lordo ed al netto degli oneri sociali e fiscali, nel corso del decennio 2005 - 2014 dei seguenti paesi: Usa, Regno unito, Francia, Italia, Paesi Bassi, Svezia, emerge chiaramente una generalizzata tendenza all'impoverimento, una crescente sfiducia per la libertà di mercato ed una conseguente attrazione demagogica a favore di populismi di ogni vocazione.
Tutti i paesi sono infatti contraddistinti (la Germania, curiosamente, non risulta analizzata) da una diminuzione dei redditi di ogni categoria familiare, ma emerge con evidenza l'enorme disparità dei dati comparati dei singoli paesi sopra elencati.
Assai sorprendente è la distanza che contraddistingue le statistiche fra i due paesi che figurano al primo come all'ultimo posto dell'elenco di cui sopra, da Rampini giustamente sottolineati con la massima evidenza.
Trattasi infatti di Svezia ed Italia, il cui rispettivo differenziale vede per la prima un regresso limitato al 2% delle proprie compagini familiari, mentre per l'Italia di fatto i redditi familiari sono diminuiti a percentuali superiori al 90%.
L'interpretazione di Rampini sul ruolo diffuso delle rappresentanze sindacali, unita all'efficacia dell'intervento dello Stato, è senz'altro una spiegazione valida
Con piena sicurezza, non riteniamo tuttavia possibile né lecito rinunciare alla assai più calzante denuncia dell'assurdo meccanismo di conversione della lira nell'euro, dei disastri che ne sono derivati e con effetti sperequativi dell'intero processo unitario europeo.
Una conversione infatti, come illustrata nella pagina "Perché questo blog", che dimostra l'espropriazione operata a danno di tutti i possessori di lire, secondo le configurazioni di reddito risultanti al momento della creazione della moneta unica, e protrattesi in tutte le fasi successive, con danni (per taluni) e iniqui vantaggi (per altri), di incalcolabile ammontare.
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