domenica 7 agosto 2016

Il deludente e stentato fraseggio europeo nel quadro della crisi globale

Nell'esaminare quanto essenzialmente accaduto nel mondo dell'euro zona, durante la nostra forzata vacanza sanitaria di circa due settimane, ci sentiamo rafforzati nell'interpretazione dei limiti ideologici e politici che costantemente ispirano il decorso politico di circa tre lustri di esistenza della moneta unica.

La superficialità stessa o l'ipocrisia con cui i governi hanno soppesato la vistosissima caduta dei listini di borsa del comparto bancario europeo, ben poco disponibili ad una riconsiderazione critica della validità del metodo degli "stress test", ne è la dimostrazione più significativa.

Mettendo a durissima prova, la propria credibilità, con il prevalente ritornello della validità sistemica dei rispettivi assetti creditizi, i responsabili economici della zona euro sembrano quasi indifferenti all'azione speculativa delle borse (ma non sono, esse ultime, le testimoni oggettive della libera circolazione dei capitali?) e disattenti ai nuovi equilibri della politica del credito ed a nuove egemonie finanziarie nazionali ed internazionali.

Anzi, quasi come chiodo che scaccia chiodo, la decisione statunitense di intervento bellico sull'area militarmente occupata dalle forze dell'Isis nella zona di Sirte (Libia), subita dal nostro parlamento senza alcuna formale interlocuzione, è sembrata efficace ed acritica occasione di derubricare la crisi acutissima della politica monetaria europea, che ne viene anzi aggravata.  .

Parallelamente, sempre nell'isolamento più plateale dei nostri organi parlamentari, Renzi ed Holland, entrambi presenti in quel di Rio de Janeiro per l'evento olimpico, dissertano, con avallo preliminare della Cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ne è forse l'originale autrice, il progetto di una unione militare fra i tre paesi più forti dell'Unione europea.

Da tali colloqui scaturirà un documento come indiretta ma (per loro) eloquente risposta alla debolezza dell'europeismo, derivante dall'esito della Brexit ma ne evidenzierà una concezione riconducibile ai canoni classici della politica europea di potenza, di cent'anni or sono, quando l'Europa era il centro del mondo.

Quanto questo clima si riverbererà nell'incontro del 22 agosto a Ventotene (ed al suo simbolico ed antitetico messaggio), fra i tre suddetti uomini di stato, e quanto saprà armonizzarsi, il prossimo mese, ed a Bratislava, con l'incontro dei 27 paesi dell'Ue, non possiamo che dichiararci incapaci di immaginare.

Tutto questo accade mentre i rapporti geopolitici mondiali subiscono mutamenti radicali: con la primazia della Cina forte di un Pil ad oltre ventimila miliardi e, solo secondi, gli Usa ad oltre diciottomila miliardi; con alcuni interrogativi sulle politiche ambientaliste, che investono i presupposti stessi della conservazione del globo; infine con una richiesta di sopravvivenza di tante genti del pianeta sul cui destino sono aperte le ampie responsabilità passate e future di tutti noi.

E' lecito esprimere un motivato sentimento di radicale insufficienza sulla politica europea ?

Nessun commento:

Posta un commento