domenica 26 aprile 2015

Breve comparazione italo tedesca

Il governo di Berlino ha elevato le stime sulla crescita del Pil per quest'anno ed il prossimo. Dalla previsione iniziale precedente (già alta) del 1,5% per quest'anno e del 1,6%  del prossimo, il Governo ha presentato una stima dell' 1,8% per entrambi gli esercizi.

Ma queste sono le previsioni governative, considerate prudenti, mentre infatti la maggior parte dei sondaggi non esita a spingersi ad una previsione del 2%.

A corroborare tale ottimismo sono i dati statistici relativi ai livelli occupativi, nel cui ambito i tedeschi primeggiano indiscutibilmente in tutta Europa.

Non basta: l'anno scorso la Germania ha realizzato un avanzo di bilancio per un ammontare di 14 miliardi, e lo stesso ministro delle finanze Schauble, il rigoroso custode del fiscal compact, ha insolitamente promesso una politica investimenti.

I progetti di investimento pubblico non assumeranno probabilmente dimensioni tali da suscitare una domanda di acquisto, di macchinari e materie prime, dall'estero.

Ma, egualmente, forte impulso generale deriverà comunque dalla spinta delle aziende private a nuove intraprese e soprattutto a migliorare l'utilizzo della propria capacità produttiva con acquisto di materie prime e di assunzioni di manodopera, favorite, in questa congiuntura, da denaro a buon mercato, basso costo dell'energia e svalutazione dell'euro.

E' previsto che analoghe condizioni favorevoli sussistano anche per il nostro paese: infatti così si esprime Daniele Antonucci, capo analista della Morgan Stanley, il quale tuttavia aggiunge che l'ottimismo per l'Italia si basa sugli incentivi fiscali previsti dal Jobs act e sul basso costo dei dipendenti.

La nostra manodopera sostiene l'onere più rilevante della bilancia commerciale.

Eppure la previsioni del nostro 2015 - 2016 non superano un terzo delle previsioni tedesche e. soprattutto, il costo della nostra manodopera, in paragone con quella tedesca, supera a stento il 50% di quest'ultima.

Il profilo della locomotiva  tedesca si consolida quasi fatalmente ma questa è una circostanza che registriamo da almeno 4 decenni, per i riverberi, di segno alterno, verificatisi nella nostra economia.

Ma altrettanto sicuramente, affermiamo che la moneta unica ha reso irreversibile ed assai gravoso, per le categorie più deboli, tale processo.

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