lunedì 20 aprile 2015
Lettera aperta al Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan
Gentile Ministro Pier Carlo Padoan,
nello scenario della crisi greca e delle sue possibili imminenti conseguenze in zona euro, una intervistatrice Rai (canale 48 del 18 aprile), alla sua ostentata tranquillità per i nostri conti pubblici, ha contrapposto la realtà di un aumento ulteriore di debito pubblico, fino al record attuale di 2.169 miliardi di euro.
Imperturbabilmente Lei ha denegato, almeno lessicalmente, l'obiezione, derubricando l'aumento del debito ad una positiva fase di stabilizzazione o consolidamento.
Come cittadino contribuente sento a questo punto di legittimamente osservare che, nella sua veste di Ministro, di economista riconosciuto e di rappresentante italiano in organismi internazionali, la sua non è stata una risposta accettabile o quanto meno, ove ne esistessero i presupposti, almeno minimamente argomentata.
Proprio per gli scopi di questo blog, abbiamo rivisitato a suo tempo, gli scritti che, in tema di moneta unica europea, Lei ha ritenuto di pubblicare fin dalla fase appena precedente e contestuale alla nascita dell'euro: in particolare, nel 1998, sui Quaderni CEr ("Centro Europa ricerche") con il titolo "L'Euro: Moneta Europea, Moneta Mondiale".
In essi appare una visione della moneta unica europea che è irriconoscibile rispetto a quella che poi risultò essere quella effettivamente realizzata: sia sul piano metodologico sia per le visibili e gravi conseguenze derivate alla nostra economia.
Era sperabile trovare qualche spiegazione in sue opere e studi successivi, corroborati com'erano dalle sue citate esperienze internazionali sul campo, ma almeno fino al saggio: "A che serve l'Europa" (2014), da lei condiviso. non se ne è trovata traccia significativa.
Ora però Lei è Ministro, quindi politicamente esposto, e non è facile esimersi da un sentimento di stupore per un atteggiamento poco compatibile con una politica economica e monetaria a tal punto incoerente fra lo studioso, il tecnico e l'uomo di governo.
Forse ricorderà che, con altro spirito, mi ero rivolto a Lei in tempo addietro ma comprensibilmente, secondo le prevalenti consuetudini, non ho ricevuto risposta.
La sua citata intervista, inizialmente ricordata, è stata la goccia che, psicologicamente, ha fatto traboccare il vaso.
Come ha potuto infatti ignorare. signor Ministro, l'abissale differenza fra sua iniziale concezione della moneta unica e la sua ingiustificabile realizzazione che, senza esitare, almeno nella conversione lira con euro, si può definire iniqua e tuttora perdurante nelle sue conseguenze ?
Distinti saluti, Pierluigi Sorti
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