mercoledì 17 giugno 2015

La notte prima degli esami (altrui)

L'ipotesi Grexit, per il suo alto valore di simbolo, incombe ormai sull'Ue nella sua interezza, non solo sulla parte di essa che costituisce l'euro zona
.
Ormai tutto ciò che poteva soltanto avvicinarsi a compromessi compatibili, quanto meno non del tutto in contraddizione con i trattati previsti da Maastricht in poi, sembra essere stato definitivamente e negativamente esperito.

Questa è stata la rigorosa valutazione espressa dalla Commissione europea e reiteratamente ribadita in questi giorni dal suo Presidente Jean Claude Juncker.

Ormai la decisione è soltanto politica e già i maggiori organi di informazione, a parte le imminenti
formalità d'obbligo di competenza del Consiglio d'Europa (cioè dei capi di Governo europei), prevedono che la decisione finale sarà di fatto assunta da Francia e (soprattutto) Germania.

Opzioni diverse sono ormai esaurite e l'alternativa è solo l'uscita della Grecia dall'euro zona.

Cioè, o la Grecia, per decisione politica finale, resta al suo posto e, per conseguenza, cade la sacrale rigidità dei principi sanciti per il funzionamento dell'euro zona: praticamente se ne dedurrebbe il suo futuro procedere sempre più claudicante.

Oppure l'Europa esce e decade il dogma dell'irreversibilità dell'adesione all'euro zona medesima, con il pratico dissolvimento dei molti crediti vantati da terzi verso lo stato greco.

L'Italia, che vanta un credito verso la Grecia di circa 40 miliardi, è forse la prima che, se tali dovessero risultare le decisioni effettive, avrà ripercussioni non di poco conto e riconducibili essenzialmente all'ammontare spropositato del nostro debito pubblico ma di cui il nostro Governo non appare purtroppo consapevole.

Forse, nella precarietà del quadro d'insieme dell'Ue, in particolare dell'euro zona, proprio la delicatissima circostanza greca, potrebbe essere occasione di un ripensamento radicale e collettivo di tutta la costruzione del sistema unitario europeo seguita fin qui.

Ottimisticamente, proprio dal segnale non incoraggiante ricevuto dall'esito elettorale appena consumato, il nostro Governo potrebbe esser indotto a riconsiderare le sue strategie politiche, interne ed estere, finora affrontate con estrema superficialità.
 
Tali sono comunque i pensieri nella notte prima degli esami (altrui) ma che inevitabilmente saremo tenuti ad affrontare a nostra volta.

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