mercoledì 10 febbraio 2016

2016 : Centinaia di miliardi del colossale coktail di Yen, Yuan, dollari, euro...si trasferiscono da alcuni ad altri, od anche a sé stessi ?

Affrontare una analisi rigorosa sui movimenti di borsa che, in ambito globale e continuativo, è certamente impossibile anche per i più informati operatori delle principali piazze finanziarie di tutto il mondo.


Se esaminiamo la caduta dei listini che, salvo due o tre recuperi o rimbalzi momentanei, si sono verificati nel periodo dell'anno in corso, in concomitanza immediata con il suo inizio, le spiegazioni, come è noto, si articolano, con soddisfacenti referti diagnostici, su ipotesi fondate e generalmente comprovabili.

Le guerre, anzitutto (inclusi i conflitti religiosi); la caduta generale del potere d'acquisto delle masse (con diminuzione della rispettiva domanda interna); la conclusione del grande ciclo produttivo cinese (con conseguente decrescita di investimenti dall'estero); la reazione, con l'abbassamento di prezzo, dei grandi produttori di petrolio mediorientali, per disarcionare dal mercato la tecnica di produzione americana di gas per compressione delle rocce scistose...

Ma queste od altre cause, anche di carattere locale, sia detto per inciso, in altre circostanze congiunturali, erano paradossalmente state individuate come cause di fenomeni opposti (ad esempio, le crisi causate dall'aumento dei prezzi mondiali, specie delle materie prime).

Ne consegue l'ipotesi possibile dell'esistenza di strategie, di grandi gruppi finanziari, apparentemente contraddittorie, e mirate a stabilire egemonie economiche, soprattutto con l'avvalersi della definitiva mutazione genetica delle principali monete correnti con il medesimo imprinting di carattere fiduciario.

Monete cioè completamente prive di un rapporto diretto con una propria specifica intrinseca ricchezza, ma unicamente basate come quota rappresentativa di tutti beni potenzialmente acquistabili nel paese da cui sono state emesse.                

Tutto questo in un quadro mondiale che, seppur non ancora illimitatamente, ammette in grandi dimensioni una libera circolazione di tutte le monete.

Se a questo aggiungiamo gli elevati indebitamenti che contraddistinguono tutti i maggiori paesi del mondo, ed i processi inflazionistici che ne scaturiscono, è facile capire come sia complesso il triplice fattore che guida il possesso di moneta, l'acquisita partecipazione in titoli azionari e la svalutazione inflazionistica.

Un gioco dove, simulando tendenze fittizie si determinano verità psicologiche con perseguimento di risultati reali.

E come all'interno, o per accordi esterni, possano verificarsi teoremi matematici che possono suggerire speculari operazioni finanziarie algebricamente di segno diverso, ma con un saldo finale positivo, a vantaggio di pochi, e le passività trasferite ad altri.

Le cui fiscalità generali, possono essere chiamate in varie circostanze ad ammortizzare eventuali perdite per i gruppi operatori.

Niente è comunque più forviante dell'espressione che dice "oggi in borsa sono stati bruciati milioni di...".

La ricchezza vera è rimasta esattamente la stessa: alcuni hanno perso ed altri guadagnato, in un mosaico dove la ricchezza reale promana soprattutto dall'inventività di pochi e dal lavoro di molti.

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