Sarebbe interessante conoscere quali siano state le autentiche reazioni di Jean-Claude Juncker (presidente della Commissione europea) e di Margrethe Vestager (commissario alla Concorrenza), ai quali una delegazione italiana ha consegnato il progetto di una Bad bank, a capitale privato, disponibile ad acquistare crediti inesigibili che caratterizzano (ed appesantiscono) il sistema creditizio italiano.
Il progetto, in ottemperanza alle reiterate raccomandazioni di Jyrki Katainen (vicepresidente della Commissione europea) favorevoli ad ogni intervento risanatore solo se esclusivamente basato su apporti privati, prevede appunto risorse finanziarie riconducibili ad Istituti di credito, alle Assicurazioni ed un apporto aggiuntivo della Cdp ( di fonte privata ma di gestione pubblica, n.d.r.).
Con una vena ottimisticamente (o inconsapevolmente) ironica, esso è stato battezzato Atlante, quasi a simboleggiare un suo futuro di gloria per un suo prevedibile poderoso riassetto del sistema creditizio nazionale.
Il silenzio, almeno ufficiale, dei due alti rappresentanti europei, ha suscitato una fondata previsione di consenso, inducendo gli interlocutori italiani, a fantasticare un via libera per successivi aumenti di capitale, a favore delle numerose imprese bancarie ed assicurative, pur con i rispettivi bilanci gravati da crediti in larghissima parte inesigibili.
Forse, immemori i delegati italiani, per primi, dell'ammontare effettivo di crediti in tutto il comparto nazionale, hanno assaporato l'ipotesi di una imminente operatività di quella Bad bank, da poco illustrata, senza dover elemosinare un consenso specifico in termini di riconosciuta (e dall'Italia perseguita) flessibilità dei dati di bilancio.
Benché perfettamente edotti della consistenza della Bad bank, oggetto della loro stessa proposta, non hanno ritenuto di commisurarne i limiti, concepita con 5 miliardi di banche ed assicurazioni, più 1 miliardo ulteriore della Cdp (Cassa depositi e prestiti), per un totale di 6 miliardi.
Che può fare, a fronte di un indebitamento complessivo, ad elevato rischio di inesigibilità (pari da dieci a quasi quaranta volte tanto) ?
Tenendo conto infine che il valore statisticamente probabile della cessione del credito in sofferenza, difficilmente eccede il 20% del valore originale, si deduce facilmente che l'annunciata novità di Atlante è perfettamente congrua fino ad un massimo di crediti recuperabili inferiore ai 30 miliardi, pari al 15 per cento del totale dei crediti da salvare (pari cioè al 20% di 30 miliardi).
Ed il nostro paese, in conseguenza, è sempre costretto a subire incessantemente gli esami altrui.
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