mercoledì 6 luglio 2016

Banche: ciò che doveva accadere, salvo un recupero in extremis

Nella logica di un disegno (europeo) non privo di una sua riconoscibile strategia accentratrice, e forse per la spinta imprevista del divorzio britannico dall'Unione europea, il sistema bancario italiano è assai vicino alla sua capitolazione come funzione autonoma nazionale.

Dichiarazioni pubbliche di esponenti politici ed alti dirigenti della burocrazia di Bruxelles, con eco frequente in editoriali dei maggiori quotidiani esteri, nel manifestare consenso alla politica riformista del nostro Governo, non mancano tuttavia mai di associarvi specularmente l'argomento della necessaria attenzione al livello crescente del nostro Debito pubblico.

L'immediato e corrispondente riflesso di tale avvertenza nell'ambito più ristretto, ma altrettanto delicato, del comparto bancario, introduce un elemento procedurale che, notoriamente, è entrato nel novero dei patti europei in tema di interventi dello Stato in favore di banche in condizioni di dissesto e con possibilità di contagio diffusivo.

Il principio, denominato "bail in" (letteralmente: "fruisci di quello che hai dentro") alla base di questo accordo risiede nell'obiettivo di non caricare l'onere del salvataggio esclusivamente sulla fiscalità generale ma di coinvolgere, oltre ovviamente gli azionisti, anche i clienti della banca (se con depositi superiori a centomila euro) od obbligazionisti (se possessori di titoli ad elevato grado di rischio).

L'aspetto deplorevole non sta nel principio che sta alla base di tale impostazione, ma l'assoluta disattenzione con cui l'accordo di tale procedura non fu, almeno in Italia, assolutamente pubblicizzato.

Precisamente dalle banche nei rapporti con i propri clienti e da parte del Governo di mancato intervento, laddove le criticità erano evidenti (Montepaschi), prima dell'entrata in vigore dei patti, come altre nazioni hanno invece provveduto a fare.

Sembra quasi scritto nelle stelle che il nostro paese, in materia monetaria, abbia costantemente subito scelte senza mai valutare esattamente le inerenti implicazioni.

La terna rappresentata dalla conversione della lira, dal "fiscal compact" ed ora dal "bail in", ne sono l'eloquente dimostrazione, con la sola speranza di un intervento governativo, annunciato mentre scriviamo...

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