martedì 26 maggio 2015

La Grecia e l'irreversibilità dell'euro

In anticipo sulla tradizionale data del 31 maggio, Bankitalia tiene oggi la sua assemblea annuale, per consentire al Governatore Ignazio Visco di non renderla quasi concomitante con l'incontro di Dresda dei G7, cioè dei sette capi di stato dei più forti paesi economici (occidentali), fissato per venerdì 29 maggio.


Al quale ultimo il Governatore Visco aveva programmato di partecipare, (anche perché, osiamo aggiungere, la data del 31 maggio coincide con la domenica): e molto opportunamente giacché è scontato che in tale consesso non potrà mancare, forse come problema più urgente, la discussione di una ipotesi di risoluzione della crisi greca.
E' presumibile che in assemblea Visco dichiarerà la linea di base su cui articolerà gli opportuni suggerimenti al nucleo italiano di supporto al ns premier nell'incontro di Dresda.
E' poco credibile che dall'assemblea di Bankitalia possano scaturire novità significative e capaci di distaccarsi dal gradualismo tradizionale che da sempre la caratterizza; né si potrà da esso distaccare con la presumibile riaffermazione dell'irreversibilità dell'euro.
Sarà invece interessante la posizione assunta sul caso greco, specie laddove il punto di maggior criticità riguarda la cifra del debito greco di 40 miliardi di euro direttamente riconducibile a prestito dello stato italiano, che suona quasi premonitore della possibile nostra futura omologazione alla sorte greca.
Il cui ventaglio si dispiega infatti dalle opzioni estreme del default della Grecia e della sua possibile uscita dall'Ue: l'ipotesi cosiddetta "Grexit", secondo il conio lessicale concepito proprio per la circostanza.
In realtà siamo di fronte a dilemmi che peraltro non dipendono da condizioni già intrinsecamente cariche di incognite di ordine monetario.
In queste ore sono infatti intervenuti gli esiti elettorali di Spagna e Polonia, entrambi con marca fortemente polemica o addirittura avversa alla stessa idea politica dell'unione europea, ma di provenienza ideologica di sinistra (Spagna) e di destra (Polonia).
Il quadro generale mette fatalmente in gioco il presupposto stesso dell'irreversibilità dell'euro, alla cui preparazione ha contribuito sicuramente un processo politico complessivo completamente ignaro di una visione federalista dell'edificio europeo.
Considerazioni di cui, nell'intervista odierna su Corsera, sembra altamente consapevole Romano Prodi, alle cui argomentazioni, sicuramente meritevoli di scrupolosissimo esame, tenteremo a nostra volta di disporci al più presto, dal punto di vista degli assunti fondamentali del nostro blog.    

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