giovedì 20 agosto 2015

Euro zona: socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti

E' prevedibile (ed in parte già comprovabile) che gran parte dell'ammontare di 86 miliardi promessi alla Grecia, da Bce, Ue, FMI ed Esm (Meccanismo di salvataggio europeo), avranno brevissimo tempo di permanenza nelle casse elleniche.

Più o meno quello necessario per l'espletamento delle formalità di registrazione del ricevimento del denaro presso il Ministero delle Finanze ellenico.

La repentinità del percorso dell'ultimo prestito ponte di 7,16 miliardi, concesso ed erogato dalla Ue, dopo le registrazioni appena menzionate, si è infatti subito frazionato in tre spezzoni, rispettivamente girati al Fondo monetario internazionali (due miliardi), alla Bce (oltre 4 miliardi) per debiti pregressi e la somma residuale (circa 400 milioni) alla Banca Centrale Greca, a garanzia del Governo per contrarre nuovi debiti esteri.  

Considerato l'ammontare complessivo del debito greco, ormai nettamente superiore ai 300 miliardi, è infatti inevitabile che l'erogazione effettiva dei nuovi prestiti promessi, abbia essenzialmente la funzione di consentire ai greci il modo di guadagnare tempo.

Essi devono principalmente produrre reddito almeno superiore a quello strettamente necessario alla sua sopravvivenza per destinare la parte eccedente a lentissimo decomputo del debito di cui sopra.

Ma sono pochi coloro che realisticamente credono al verificarsi di tale possibilità.

Anche solo un minimo di dimestichezza con i meccanismi finanziari internazionali, è sufficiente per cogliere invece la situazione di vassallaggio in cui è ormai costretta la nazione greca.

Inutile recriminare, rilevando tutto sommato che per stabilire le egemonie fra le nazioni, tuttora in varie parti del mondo, ma non in Europa (eccezione Ucraina,a parte) si debba ricorrere alla scelta della sopraffazione militare e quindi, per molti inevitabilmente, del sacrificio della vita.

Ciò riconosciuto, non possiamo comunque rilevare che l'Europa in corso d'opera, è assai distante dalle premesse da cui eravamo partiti.

La notizia dei 14 aeroporti greci dati in concessione quarantennale alla "Fraport" Società di Trasporti tedesca, a capitale misto, (dietro corrispettivo di 1,23 miliardi, garantendo una cifra ancora superiore per investimenti migliorativi) è un calzante esempio di cessione concordata di sovranità.

Ma l'aspetto stridente complessivo di tutta la vicenda greca con il primitivo progetto unitario europeo a carattere federale, sta nella contaminazione con cui finanziamenti iniziali di banche e compagnie private, in molti dei settori fondamentali dell'economia greca, sono stati sostituiti con l'accollo dei crediti dei finanziamenti dall' Ue.

Di fatto l'onere del rimborso dei finanziamenti è stato assunto dalla fiscalità generale dei paesi aderenti all'euro zona: una storia che noi italiani conosciamo bene e che negli anni '50 del secolo scorso l'economista Ernesto Rossi riassunse, nell'analisi della storia economica, nell'aforisma della "privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite".

Ma queste criticità ed i relativi congrui richiami alle responsabilità della conduzione già consumata, non devono tacere né esaurire i quesiti relativi a quello che è il cash flow dettagliato di funzionamento della Bce di Francoforte.

Ciò allo scopo di rivendicarne la trasparenza delle voci fondamentali.

Vale a dire, concisamente, l'aggiornamento continuo dei contributi versati dagli stati membri dell'euro zona; i ritorni (sia a fondo perduto sia a titolo oneroso, a beneficio dei singoli paesi, compresi eventuali paesi terzi); le partecipazioni, con relative modalità, di organismi internazionali (Fondo monetario internazionale, direttamente o indirettamente); le spese di funzionamento e il volume di stampa di carta moneta in autonomia (Quantitative easing).

Solo a queste condizioni, ben volentieri ci uniremo consapevolmente all'elogio corale della statura professionale e politica del nostro connazionale Mario Draghi che della Bce di Francoforte è indubbiamente massimo reggitore.                      

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