giovedì 13 agosto 2015

Il sistema monetario mondiale su base fiduciaria

Il sistema monetario su base fiduciaria (cioè privo di alcun diritto di convertibilità con metalli preziosi), benché giunto tardivamente, su scala mondiale, rispetto al processo di globalizzazione economica, rischia tuttavia di arrestare il processo medesimo.

La mossa uno-due (per un complessivo 4%, nel giro di 48 ore) della duplice svalutazione dello "Yuan  renminbi" (nella dizione lessicale cinese che significa "valuta del popolo"), con decisione del governo presieduto da Xi Jinping, apre, o chiude, un riequilibrio delle monete mondiali.

Il formidabile Pil cinese, ormai (forse) il primo in assoluto dei paesi manifatturieri, grazie alle svalutazioni operate, non solo rende ancor più appetibile l'acquisto dei prodotti cinesi, ma modifica il potere d'acquisto all'estero di circa il 6% del fabbisogno della popolazione mondiale.

Le ripercussioni immediate in negativo nelle borse di tutto il mondo sono un segnale significativo poiché quel miliardo e trecento milioni di cinesi, in rapporto alla ai sette miliardi e 400 milioni del livello mondiale di popolazione mondiale, non genera una domanda complessiva proporzionalmente pari al resto della popolazione mondiale.

La capacità di spesa individuale del cinese è infatti fortemente sbilanciata dalla capacità media di spesa dei consumatori del resto del mondo.

Ai molti ricchi del mercato cinese interno, si accompagnano infatti i molti consumatori connazionali che fruiscono di redditi molto vicini al livello accettabile di sopravvivenza.

Quindi, comparativamente, diverse saranno le conseguenze nei consumatori di altri paesi asiatici, le cui propensioni al consumo sono fortemente differenziate fra loro, come facilmente si desume pensando a Russia e India, rispetto a tutto il resto dei paesi del Sud est asiatico.

Più nette saranno invece le ripercussioni nei confronti del mercato occidentale, le cui propensioni medie al consumo sono invece relativamente più variegate rispetto al resto del mondo: soprattutto per la presenza di classi medie, tuttora molto rilevanti, sebbene in crescente difficoltà, per la tendenza crescente, in Usa ed in Europa, alla concentrazione della ricchezza.

Le complicazioni derivanti dalle scelte cinesi (le cui banche, non dimentichiamolo, possiedono il 40% del debito pubblico americano) sono perciò difficilmente prevedibili in ambito planetario, e non escludono provvedimenti a cascata di tipo protezionistico, in ogni parte del globo.

Non deve sfuggire l'ipotesi che i negoziati in corso in sede Tpp (libero scambio area del Pacifico) e Ttip (libero scambio area atlantica) ne risentiranno in modo diretto, non potendosi escludere che lo stesso Yuan possa assumere il ruolo di moneta di riserva accanto al dollaro.    

Duole dover constatare che, in ambito europeo, il nostro paese subirà, rispetto agli altri paesi dell'euro zona, un ulteriore nocumento aggiuntivo dal meccanismo di conversione della lira in euro, di cui continuiamo a denunciare il sopruso subito.

Quel sopruso di svalutazione della lira che oltre 4.000 interventi di lettura, nel primo semestre di vita di questo blog, ed i molti economisti ed esponenti politici con cui ci siamo misurati da molto tempo in pubblici dibattiti, non hanno nemmeno tentato di contestare.      

Nessun commento:

Posta un commento