mercoledì 18 novembre 2015

Un modo diverso di essere europei

E se fosse la paura, o meglio la necessaria solidarietà che da essa scaturisce, il cemento più efficace dell'unità politica europea, al posto della moneta unica ?

Ieri il vuoto della stadio di Hannover, rimasto deserto da pubblico provvedimento, per presunto pericolo di azione terroristica, ha avuto un inedito controcanto corale della Marsigliese, da tutti gli 80.000 spettatori nello stadio di Wembley, per l'amichevole di calcio Inghilterra - Francia.

Occorre forse, più che una alternativa, cogliere un elemento comune che unisce le motivazioni di una civiltà erede di una storia che ha segnato, in varietà di tempi e di spazi, tutta la storia del mondo: con le guerre, il colonialismo, le religioni, le scoperte geografiche, le scienze e le arti .....

Ma appunto con le due guerre mondiali, e particolarmente l'esito della seconda, che la coscienza collettiva colse, quanto meno non rifiutò, la fine della propria storica primazia e la necessità del superamento dei conflitti tra le sue genti.

Ma non fu dismesso l'egoismo nazionale, la ricerca di nuove forme di superiorità, reperendole nel proprio storico patrimonio (Francia e Gran Bretagna), nell'industria (Germania), nelle alleanze extra europee (Gran Bretagna, con gli Usa), nella finanza (Germania e Gran Bretagna).

E' così trascorso un settantennio di pace militare interna, mai accaduta nel continente europeo.                  
Ora questo incanto si è rotto, la scoperta di profonde falde che spaccano equilibri geopolitici millenari, ci trova psicologicamente disorientati.

Il bisogno di sicurezza e di non esporsi isolatamente ai colpi dei terrorismi internazionali con ruolo di nuovi e indecifrabili protagonismi, ci impone più rafforzati legami rispetto a quelli realizzati finora.

La parola guerra, declinata in forme diverse, è ormai il dilemma cui ci troviamo davanti.

Si invoca l'unità delle e fra le nazioni europee, ma non è chiaro il percorso da seguire, se le costituzioni rispettive o una istituenda Costituzione europea, oppure la Nato, o l'Onu, in un rebus che non riesce nemmeno a dare un profilo religioso o strumentale (cioè di uso perverso del sentire religioso) al Califfato dell'Isis.

Forse, pur nell'inconscio interesse reciproco alla sopravvivenza, dalla strage di Parigi può derivare comunque un più solido legame dello stare insieme, la cui autenticità è fatalmente intrinseca ad un modo nuovo, anche autocritico, ma profondamente diverso della strada che l'Ue ha seguito fin qui.

1 commento:

  1. condivido totalmente e mi auguro che almeno la paura sia la spinta a una necessaria unità di intenti che deve intrinsecarsi nella costruzione di una effettiva unione politica ed economica che non si basi solamente sulla moneta unica

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