martedì 3 novembre 2015

L' intervista di Draghi e l'unità bancaria europea

Il 31 ottobre "Il Sole 24 ORE" (a cura di Roberto Napoletano e Alessandro Merli) ha pubblicato una estesa ed importante intervista, occupando gran parte delle prime tre pagine, a Mario Draghi.

I due redattori del quotidiano, cogliendo la circostanza dello scadere della prima metà del suo mandato,con sequenza insieme logica e cronologica di confacenti quesiti, hanno tracciato il quadro dell'arte della moneta europea, secondo le valutazioni del vertice massimo della Banca Centrale Europea.

Ed hanno riverberato nei caratteri cubitali del titolo "In quattro anni è cambiato tutto", il significato ed ancor più lo spirito delle esternazioni di Draghi, sottolineandone in un tutt'uno il suo compiacimento (per il lavoro compiuto) ed il suo ottimismo (in piena armonia con la solidità degli obiettivi già realizzati).

Con tre giorni di ritardo, per forzata lontananza dal luogo normale di attività, abbiamo potuto scorrere le righe dell' intervista, indugiando su tutte le risposte rilasciate.

Come, forse, i lettori che ci seguono nelle nostre pubblicazioni, comprenderanno, le premesse concettuali che informano questo blog, non possono "a priori" essere convergenti su gran parte delle considerazioni complessive del presidente della B.c.e. emergenti dall'intervista.

 Ove fosse ritenuto meritevole, già ci esprimemmo specificamente nei nove post su Mario Draghi, nei quali, nel verificarsi di occasioni particolarmente congrue, emerse, si spera nitidamente, la diversità di opinioni con il suo pensiero.        

Ma c'è un tema dove tuttavia è opportuno concentrare il nostro dissenso, peraltro accompagnato anche a stupita sorpresa, laddove l'intervistato sottolinea l'importanza di un risultato, riferito alla stregua di un risultato menzionato come già raggiunto, identificabile proprio con l'unione bancaria europea.

Ipotesi che invece abbiamo già ampiamente sottoposto ad analisi critiche nei tre post, a quel tema dedicati e precedenti a questo medesimo e che riprenderemo, quanto prima, per concluderlo con tutta la coerenza possibile.

Assecondando infatti una inevitabile tentazione polemica, ci sentiamo spinti ad osservare come anche nel suo richiamato ottimismo possa influire una sua serena concezione dell'euro come di una moneta ben concepita e quindi pienamente funzionale.

Al contrario invece, come si afferma nella finestra - o pagina - "Perchè questo blog", la moneta unica non ha funzionato soprattutto perché marcata dall'errore originale del metodo adottato per la sua conversione: anche ove si potesse dimostrare che ciò dovesse riguardare limitatamente la sola lira.

E senza tema di correre tutti i rischi relativi, non riusciamo a renderci conto come un super tecnico come legittimamente si deve presumere che Draghi sia (con pregressi incarichi di vertice al Ministero del tesoro ed alla Banca d'Italia), non possa essere mai stato sfiorato dal sospetto di un errore imperdonabile: come merita un atto che fu anzitutto un atto di espropriazione del potere di acquisto della nostra moneta.        

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