Con immediatezza impulsiva, ma con uno preciso schema strategico, Francois Holland ha tessuto il suo preciso disegno di vendetta: sia guerra ai mandanti della strage di Parigi del 13 novembre.
L'iniziativa del Presidente francese, nell'immaginario pubblico internazionale uomo d'indole riflessiva e di composti atteggiamenti, ha sorpreso non poco per la risolutezza con cui in pochi giorni ha quasi portato a termine una coalizione di rara ampiezza e manifestamente finalizzata a vibrare un colpo mortale all'Isis.
Con Inghilterra, per probabile consenso di Camera dei Comuni, Russia e Usa (in dirittura d'arrivo), Holland sta forse per realizzare una coalizione di guerra con (eccetto la Cina) il gruppo storico dei paesi con il potere di veto, delle Nazioni Unite.
Ma la maggior sorpresa della fulmineità con cui Holland sta portando a termine la sua strategia, risiede nella constatazione dell'irrilevanza e dell'apparente indifferenza di tutte le istituzioni internazionali, giuridiche come civili e militari, cui appartiene competenza statutaria di intervento.
Appunto l'Onu ed analogamente Unione Europea e Nato, non risultano infatti essere state nemmeno sfiorate dal meccanismo diplomatico attivato da Holland, nel totale silenzio delle rappresentanze ufficiali delle istituzioni menzionate.
Eppure la guerra è stato il forcipe con cui gli organismi citati sono nati e la pace è il fine primario per il quale essi sono viventi e, con o senza ironia, pienamente vigenti.
Siamo pervenuti forse all'antico equilibrio che ha regnato nella storia del mondo fino alla seconda guerra mondiale, che scoppiò proprio anche per l'assoluta inanità della Società delle Nazioni, appunto progenitrice dell' Onu ?
Il gioco delle armi sembra dunque più libero di quello delle monete, almeno nella realtà dell'unione europea, e specificamente della zona dell'euro: l'anarchia delle armi, la rigidità della moneta.
Dove invece il meccanismo dei poteri, per quanto riguarda la gestione monetaria, è rigido e capillare e le procedure sono misteriosamente applicate da inavvicinabili burocrati, inventori di una conversione radicalmente sbagliata dell'euro e ulteriormente aggravata dal fiscal compact.
Forse il limite di questa Europa sta proprio nell'anarchia delle armi e nell'egemonia della moneta, che è un modo diverso di dire una tristissima verità sulla sua democrazia.
Il sottrarsi al richiamo di guerra del nostro Governo, potrebbe apparire assai credibile se esso avesse il coraggio e la coerenza di una revisione complessiva di una architettura ormai visibilmente ed abissalmente lontana dal suo autentico ed iniziale progetto.
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