martedì 1 dicembre 2015

La Cina è (sempre più) vicina

Prendendo atto, con notevole ritardo, del mutamento gerarchico del rispettivo peso monetario, i big dell'economia mondiale, Usa "in primis", hanno concordemente riveduto la decisione del 2010 quando bocciarono l'ingresso dello yuan nel club delle monete mondiali di riferimento.

Il far parte di questo paniere è una sorta di quarto di nobiltà delle monete ammesse, con il quale esse godono dello status di moneta di riserva ed al quale sono connessi i cosiddetti diritti speciali di prelievo (S.d.r.) cioè la facoltà, almeno teorica, di effettuare prelievi dal Fondo monetario internazionale (F.M.I).

Nello specifico, con la promozione dello yuan (o renminby, "moneta del popolo"), sono stati ricalcolati i valori comparativi delle altre monete di riferimento, la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo ottobre del 2016.

Ciascuna delle quali subisce un ridimensionamento del peso specifico: con l'euro che registra la diminuzione più rilevante dal 37,40 % al 30,90 %. Il dollaro scende dal 41,9 al 41,7; la sterlina dal 11,3 al 8,1; lo yen giapponese dal 9.4 al 8,3; lo yuan avrà un peso del 10,92 %.

Sarà interessante il comportamento delle banche cinesi in ordine al dilemma di cominciare a muovere, in pratica a vendere sulle piazze internazionali, parte della grande quantità di titoli del
debito pubblico americano (Usa).

E' noto infatti che, secondo statistiche non recenti, nel Celeste Impero era depositato circa il 40 % del debito complessivo Usa e che questo ha sempre obbligato la Cina e le sue banche a sottoscrivere quasi automaticamente le nuove emissioni, pena in caso contrario determinarne la caduta con il conseguente sciame di minusvalenze dell'immenso stock in proprio possesso.

Su un altro versante,si registrerà la conseguenza per la Cina di mutare la strategia commerciale, con lo spostare i propri sbocchi, in proporzione crescente, al mercato interno.

Tale mutamento coinvolgerà tutti i notevoli vantaggi accumulati dalla sagace penetrazione pacifica cinese nel continente africano.

In particolare con la doppia possibilità: di partner commerciale affidabile per l'acquisto di materie prime nei paesi africani e di fruitore di manodopera africana a basso costo, rivelandosi superata la linea di bassi salari della manodopera cinese, ormai promossa, con pubblico vantaggio, al rango di popolo consumatore.

L'ingresso della moneta cinese ha visibilmente ridimensionato la moneta unica europea, ma vedremo nella prossima riunione della Bce, del 3 dicembre prossimo, se l' importante novità cinese influenzerà ed in quale misura e direzione, le imminenti decisioni della banca di Francoforte.    

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