sabato 9 gennaio 2016

Le incapacità tecniche di chi sta a Roma ed a Bruxelles: e le responsabilita politiche?

Per la firma di Milena Gabanelli, Corsera del 9 gennaio (titolo: "L'incapacità tecnica di stare a Bruxelles") ci rende edotti che nell'agosto del 2013 (presumibilmente dalla Commissione europea) veniva approvava, all'unanimità, una "Comunicazione" inerente alle modalità di Funzionamento del sistema bancario dell'unione europea.

Quella "Comunicazione" stabiliva che ogni intervento finalizzato a salvare una banca in stato di imminente decozione, doveva, da quel momento in poi, essere condizionato al preventivo azzeramento del valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate ad essa banca riconducibili.

Il quesito conseguentemente avanzato da Gabanelli investe la responsabilità del Governo italiano (prima di firmare l'accordo) di avere o meno fatto effettuare l'inventario dell' effettiva consistenza, di recenti emissioni azionarie e di obbligazioni subordinate, presente nell'universo bancario italiano.

Quesito teorico, è lecito dedurre, se si considera che in tale periodo (estate 2013), nel novero elevato di banche a rischio insolvenza (ce ne informa la stessa giornalista), risultavano collocate obbligazioni subordinate per un valore complessivo di 20 miliardi di euro e, sempre nel comparto bancario, un recente aumento complessivo di capitale fresco per un ammontare di 10 miliardi di nuove azioni.

Se questo inventario infatti non ebbe luogo, la colpa del Governo sarebbe consistita in una
irresponsabile firma in bianco, ma nel caso contrario, il comportamento sarebbe stato anche peggiore.

Ne risulterebbe infatti che chi operò tale verifica inventariale (Bankitalia o Consob) non seppe cogliere la delicatissima situazione del bilancio complessivo del mondo bancario (sintetizzato nelle coordinate sopra menzionate).

Quanto sopra con l'aggravante successiva di una lettera della Commissione europea al nostro Governo (febbraio 2015), stante il caso emerso di un aiuto di Stato alla Banca Tercas, di Teramo, dove i termini del Funzionamento Bancario Europeo, cioè l'azzeramento di azioni e obbligazioni subordinate della banca decotta, venivano rigorosamente ribaditi.

In altre parole, a nostro parere, in sostanza quella Comunicazione anticipava di fatto, almeno per le banche, l'entrata in vigore della procedura cosiddetta del "bail in" formalmente prevista per il 1° gennaio 2016.

Le conclusioni che se ne traggono sono desolanti, poiché, nel generale mancato assolvimento dell'obbligo costituzionale della "tutela del risparmio in tutte le sue forme" (art. 47 Cost.), si distinguono tutte le Autorità istituzionali a tal compito deputate.

Due presidenti del Consiglio: Enrico Letta, nel 2013 e Matteo Renzi nel 2015, insieme con i loro ministri di competenza, non compresero né avvertirono sensibilità alcuna della grave e delicata situazione.

Bankitalia e Consob, a loro volta, ne escono con l'immagine a pezzi, sia nell'ipotesi di un loro
fallito supporto al Governo, sia nell'indifferenza a fronte del declassamento della loro funzione.

Ma alle responsabilità complessive, non sono estranei soprattutto i parlamentari europei, di elezione italiana, che da lungo tempo, forse dal tempo dell'esistenza stessa dell'Europarlamento, non si avvedono mai di niente, forse compiaciuti unicamente della loro assai bene retribuita inefficienza.

Nel vuoto della loro incultura si sentono forse esentati anche dal tentare quanto meno spiegazioni d'ufficio di tutti questi indecorosi comportamenti.

2 commenti:

  1. Quello che non riesco a capire è, al di là della manifesta incompetenza della maggior parte degli europarlamentari italiani, quali ragioni si sarebbero potute addurre per non firmare l'accordo che e' entrato in vigore il primo gennaio di quest'anno. Le situazioni pregresse si sarebbero dovute sistemare nell'arco di tempo dal 2013 ad oggi. Altra questione è la insufficiente vigilanza della Banca d'Italia sulle situazioni pericolanti, laddove si è permesso di continuare il collocamento di azioni o di obbligazioni subordinate. Però non è ammissibile che ancora oggi ci sia chi non abbia la percezione della delicatezza e della pericolosità di ogni investimento ed in particolare di quegli investimenti che promettono un ritorno economico che si discosta dai tassi usuali. Non è possibile continuare a parlare di poveri ingenui irretiti quando da anni non si fa altro che parlare dei rischi insiti in ogni tipo di strumento finanziario e della disinvoltura che troppo spesso caratterizza il modo di agire di chi è addetto al collocamento di tale particolare "merce"

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  2. Gentile interlocutore,
    concordo con l'osservazione sua sull'impossibilità di intervenire dopo la "Comunicazione" della Commissione del 2013. E parimenti faccio mie (erano già ben presenti nel post) le gravi insufficienze di Bankitalia e Consob, quanto meno di nella segnalazione dell'immanente situazione di rischio. Aggiungo infine la notizia di
    ieri relativa alle negligenze della Pricewaterhouse incaricata della revisione dei conti di Banca Etruria (ed anche,stupefacente, di Bankitalia).
    Aggiungo infine, un poco diversamente da Lei, che forse la percezione è in molti casi ben present, ma vengono soffocate da convenienze o da timori di compromettere le buone relazioni con altre realtà istituzionali.
    Con l'augurio di poterla conoscere direttamente, ringrazio e saluto cordialmente. Pierluigi Sorti

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