mercoledì 9 dicembre 2015

Lotta contestuale alla speculazione finanziaria e al cambiamento climatico?

L'intersezione tra i due temi, la lotta contro il cambiamento climatico e la speculazione finanziaria, può essere efficacemente rappresentata da una tassa sullo scambio vorticoso di titoli (milioni in pochi secondi), finalizzato proprio al reperimento di soldi per preservare l'ambiente e per lottare contro le povertà, nazionali e nel terzo mondo.

Si chiama Tassa sulle Transazioni Finanziarie (FTT). Consiste in pochi centesimi per ogni compra-vendita (transazione) di titoli, ma se moltiplicata per i giganteschi volumi di scambi (eseguiti da algoritmi informatici programmati per speculare sulle oscillazioni dei prezzi), frutterebbe almeno 50 miliardi l'anno.

Della Ftt si discute all'Ecofin, il gruppo di ministri delle finanze della UE, che deve ricomporre la divisione tra il gruppo di paesi promotori (Austria, Belgio, Estonia, Francia,Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna) e i paesi resistenti.

Spesso sentiamo dire che la povertà e il clima saranno i fattori più destabilizzanti del futuro.

Ma poi tutte le analisi s'infrangono sulla mancanza delle enormi somme necessarie a prevenire seriamente i conflitti provocati da queste cause.

Ecco, sia chiaro che questa versione è un alibi. Anzi, peggio: è l'arrogante conferma della posizione dominante della finanza sulla politica, non più capace - quest'ultima - di contrastare gli interessi di pochi straricchi, con i bisogni di molti poveri e poverissimi.

L'Europa non può più dichiarare continue emergenze, senza porsi mai il problema della loro prevenzione.

E' ora che scelga di imporre una tassa alla speculazione, per programmare la giustizia sociale e ambientale.

E' ora che scelga  tra la Borsa o la vita.

di Massimo Marnetto
(responsabile di Libertà e Giustizia di Roma)

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