domenica 20 dicembre 2015

Tre giorni, quattro fatidici eventi ed un platonico suggerimento al Presidente del Consiglio

La seconda parte della settimana in corso è stata segnata da non pochi eventi, di grande impatto, di cui è tuttavia difficile individuare sia il percorso progettuale, sia l'idea stessa primigenia e ispiratrice.

Altrettanto arduo risulta il tentar di capirne il grado di coerenza con il quadro complessivo del procedere ideologico, economico ed istituzionale, della cosa pubblica.

Sia comprensivo il lettore valutando i sotto elencati eventi, connessi specificamente alle politiche monetarie, in modo distinto.  

- Evoluzione operativa della Cassa Depositi e Prestiti -

La decisione, maturata in ambito Cassa Depositi e Prestiti (acronimo Cdp), di mobilitare, con un adeguato moltiplicatore aggiuntivo del 70%, un volume di 160 miliardi di euro, conferisce a Cdp ampie finalità di intervento nell'intero ambito dei settori primari (industriale ed agricolo), nel  quadro economico nazionale.

Se il paragone, condiviso da più organi di stampa, fra la nuova Cdp con lo storico IRI degli anni 30 del secolo scorso, è sufficientemente fondato, non sarebbe legittimo trascurare la differenza genetica del capitale IRI, interamente pubblico, mentre notevole porzione delle disponibilità finanziarie di Cdp scaturisce dal risparmio privato postale.

L'evoluzione del Cdp, comunque, induce più significativamente. a vari interrogativi, deducibili dal ritorno fatale ad un massivo intervento pubblico in economia, i cui storici fallimenti degli ultimi decenni, sembravano averlo relegato ormai ad un irreversibile passato.

- Mozione di sfiducia -

Ha destato non infondata sorpresa lo sviluppo momentaneo della vicenda delle quattro banche decotte (post del 23, 25 nov., 3, 6, 15 dic.): specificamente per il suo approdo in parlamento, generato da una mozione di sfiducia.

Ne è risultata una impropria analisi parlamentare, con un dibattito incentrato sul dilemma colpevolezza/innocenza del ministro Boschi, al posto di una più idonea valutazione del suo comportamento, in termini politici (come parlamentare) e deontologici (come ministro che ha giurato sulla Costituzione).

- La credibilità del Sistema bancario -

Era fatale che la vicenda bancaria delle quattro banche, ponesse il quesito dell'efficienza complessiva del sistema bancario italiano e più precisamente dei suoi meccanismi di controllo.

Le parole rassicuranti del ministro Pier Carlo Padoan sulla solidità del mondo italiano del credito, comprensibili sul piano psicologico, non hanno tuttavia retto all'emergere di troppi elementi di fatto, gravi intrinsecamente, ma con imprevedibili ripercussioni di carattere sociale.

Lo scenario generale. di conseguenza, ha coinvolto le gravissime responsabilità gestionali delle banche ma, inevitabilmente, anche i comportamenti omissivi di Bankitalia e Consob, organi istituzionalmente deputati alla Vigilanza ed al Controllo della regolarità gestionale degli Istituti di credito, in osservanza delle leggi italiane e delle direttive europee.

- Dichiarazioni e provvedimenti del presidente del Consiglio -

Nel panorama convulso di queste giornate, con calma formale, il presidente del Consiglio ha assunto, pur assente dall'Italia, un provvedimento ed espresso una dichiarazione che, da sola, contiene un potenziale incalcolabile di implicazioni finanziarie e politiche.

Il provvedimento consiste nell'incarico, conferito a Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità di Anti corruzione, di sovrintendere alla distribuzione della somma già stanziata (100 milioni di euro) per un intervento umanitario in favore dei sottoscrittori delle obbligazioni subordinate della quattro banche di cui sopra.

La dichiarazione, forse la prima in assoluto nella storia dell'euro zona, formulata con fermezza di linguaggio, consiste nella denuncia del grado di subalternità, del nostro e degli altri partner, verso il Governo di Berlino, sia in tema di politica dell'immigrazione sia della moneta.

Infatti, quasi in successione temporale ma di fatto con piena contemporaneità, si è incrociata con una sommessa, in termini mediatici, ma severa nel merito, constatazione di Draghi (Bce) sul preoccupante stato dei livelli occupazionali e dell'elevatezza del debito del bilancio pubblico italiano.

- Conclusione temporanea -

Sia il provvedimento per Cantone, sia la dichiarazione avversa all'egemonia tedesca, sono stati da più parti giudicati del tutto strumentali e dettati dalla necessità di Renzi di uscire dalle difficoltà emerse dalla vicenda delle quattro banche e del declinare conseguente della sua immagine pubblica.

Il Presidente del Consiglio avrebbe insomma reputato la necessità di rifarsi un nuovo e più consono maquillage politico, all'interno come all'estero.

Staremo a vedere, come abbiamo tentato di fare al meglio, in questi dieci mesi dell'esistenza di questo blog.

Non possiamo tuttavia tacere che la nettezza della sua polemica allocuzione nei confronti dell'egemonia tedesca, contiene una duplice verità.

Berlino sta infatti demolendo, forse involontariamente, ma sempre più irreversibilmente, ogni carattere federale dell'Unione europea.

Ma, almeno nei confronti del nostro paese, anche il prezzo di partecipazione all'euro zona è stato altissimo perché assurdo è il meccanismo con cui è stato effettuato.

La nostra economia ne sta subendo tuttora le conseguenze, e nella pagina "Perché questo blog", ne diamo l'intera dimostrazione.

Ma in tutti i post di questo primo anno di esistenza, abbiamo cercato di portare un ulteriore pizzico di verità tentando di stabilire un contatto di verificabile confronto con tutti coloro che, in corso d'opera, abbiamo citato nelle etichette e nella ricostruzione di idonei e specifici episodi, connessi al tema.

Nessuna risposta, ma nemmeno una riga che tentasse di comprovare l'insussistenza della nostra critica.

Anche da chi, come il ministro Pier Carlo Padoan, i cui punti di vista, peraltro di raffinatissimo livello di pensiero, raccolti nel suo libro incluso nella nostra documentazione (ma forse nemmeno da noi profondamente compresi), certamente possono essere valutati agli antipodi del modo con cui fu poi costruito l'euro.

Padoan guidava ufficialmente un team di indiscutibili esperti monetari, e non esitò a titolare la sua opera, data alle stampe nel febbraio 1998, con l'impegnatissimo titolo:      

                                           L'Euro: Moneta Europea, Moneta Mondiale

Poi, deciso il valore dell' euro, (fine del 1998) il nostro Ministro, scelse di cimentarsi con l'alta burocrazia europea e non ne parlò più.

Il Presidente del Consiglio, potrebbe trovare, forse definitivamente la conferma di quanto asserito nelle sue ancor fresche allocuzioni e confrontarle con il suo ministro.

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