Da Corsera di ieri. 12 marzo (editoriale a firma di Sergio Rizzo), apprendiamo che da statistiche internazionali recentemente elaborate dal F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale), risulta che nell'euro zona, il nostro paese ha realizzato i peggiori risultati.
Con solide argomentazioni, l'editorialista svolge una interpretazione di questo sconfortante panorama, per il nostro paese, individuandone la causa prima nel dilagare sfrenato del fenomeno corruttivo.
"La corruzione -scrive Rizzo - non rappresenta soltanto un danno economico diretto per lo Stato, ma in combutta con la cattiva burocrazia, si trasforma in un formidabile freno allo sviluppo".
L'assunto è difficilmente contestabile, così come è altrettanto condivisibile il pensiero conclusivo, che il danno economico derivante al sistema nel suo complesso ammonti a dimensioni incalcolabili.
Nel ritenere tuttavia valido l'assunto che la corruzione deprime l'economia, siamo ancor più convinti, proprio per i dati del F.M.I., che la regressione economica italiana sia scaturita, anche o soprattutto, dall'assurdo meccanismo di conversione della nostra moneta, applicato nel 1998, e di chiaro carattere leonino.
Che tale interpretazione critica, assunta (nella pagina "Perché questo blog") come quasi esclusiva funzione editoriale, non abbia trovato alcuna risposta critica che ne contesti la validità, è ancor più desolante della rassegnata constatazione di Rizzo, sull'assenza dello Stato nel contrasto alla corruzione.
L'erroneità della conversione lira in euro, ha certamente un rapporto di causalità indubbio sui processi economici, e secondo la nostra analisi, lo Stato italiano è incredibilmente risultato, esso stesso, l'inconsapevole firmatario di un patto rivolto esclusivamente a suo danno.
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