giovedì 31 marzo 2016

L'economia dell'euro zona e le scelte politiche all'infuori di essa

Almeno sul piano concettuale, il teorema basato su robusti presupposti contenuti in tanti documenti ufficiali, anche italiani, era un teorema che poteva funzionare.

L'euro zona, come area della moneta unica, era considerata predestinata naturalmente ad un processo di consolidamento politico ed istituzionale.

La moneta unica, come tale, non è purtroppo riuscita né nel promuovere condizioni di crescita né divenire un polo di attrazione per investimenti, interni od esterni.

Deludente su queste prospettive, è stato naturale che decadesse ogni strategia di omologazione almeno parziale delle condizioni fiscali e delle politiche salariali.

Questo ha generato un generale riflusso, assai simile in ciascuno dei paesi aderenti e quindi di regressione da ogni attraente incanto iniziale.  

I tentativi  di ricorrere a misure economiche sotto l'egida di garanzie sociali, nei confronti delle crisi cicliche dell'occupazione, o di fondi, con i contributi delle banche, per contrastare ipotesi di default di singoli istituti di credito.

L'avversione a queste misure, ha trovato una risposta precisa nelle parole del ministro tedesco Schauble, contrario ad ogni ipotesi di imporre ai contribuenti tedeschi di sopperire alle vocazioni dissipatrici dei paesi ad elevato indebitamento.        

Ma in queste ore, stiamo prendendo atto della fase di recrudescenza di alcuni fenomeni come l'immigrazione (specie, per il riversarsi crescente su paesi come il nostro, dopo gli accordi con la Turchia) a cui sembra essere estraneo un qualsiasi spirito solidale.

Intanto, corre verso il crinale di una rottura verticale, il dissidio con il paese libico, con la discriminante che le scelte politiche nascono e si realizzano su accordi che non includono esclusivi punti di vista di paesi dell'euro zona o (almeno tentate) elaborazioni comuni.

L'episodio del neo costituito governo libico (designato in ambito Nazioni Unite) è altamente significativo.

Soltanto grazie ad un equipaggio britannico, il governo libico (guidato da Fayez Serraj), ha potuto approdare (con accompagnamento successivo in una super protetta fortezza militare) in terra africana.

Questa vicenda sta ad indicare esattamente la realtà di una operazione, (il cui movente è la ricchezza del sottosuolo) ma la cui strategia è stata elaborata, al di fuori di ogni decisione dell'euro zona.
 
Se tuttavia l'impulso riformatore europeo è fatalmente contraddetto dai comportamenti concreti, la
pur elevata consapevolezza di un traguardo altamente compromesso, non per questo ciò deve
rinunciare a tradursi in alcuna opzione differenziata.

Le incognite sono molte e terribili, guerra compresa, ma proprio per questo non deve prevalere la rassegnazione.

Nessun commento:

Posta un commento