mercoledì 25 marzo 2015

La cessione Pirelli, nello shopping dell'era globale

Niente geremiadi, nel mondo mediatico, per la cessione del pacchetto di maggioranza dell'azienda Pirelli alla China National Chemical Corporation, azienda di Stato cinese.

Dalle dichiarazioni dello stesso maggiore azionista e Presidente della società Marco Tronchetti Provera, la cessione del pacchetto di maggioranza della Pirelli, ultimo nucleo industriale italiano privato di rango mondiale, risulta formalmente rubricabile come una normale operazione del nuovo capitalismo dell'era della globalizzazione.

L'interpretazione dei motivi di tale decisione nasce più realisticamente da precedenti e note operazioni speculative, acquisto di Telecom in primis, non andate a buon fine e quindi causa primaria del conseguente ed elevato indebitamento del gruppo Pirelli.

Non bastano certo, a rassicurarci, le tranquillizzanti considerazioni del sottosegretario all'economia Enrico Zanetti che ci informa di analoghe ma opposte acquisizioni in terra cinese,effettuate dallo stesso gruppo Pirelli in tempi trascorsi.

La vicenda trova più verosimilmente la conferma della sua autentica natura in un vecchio aforisma dell'ideologia liberista sull'erraticità del “capitale che non ha patria”.

La lettura in controluce di questa cessione coglie una ulteriore riluttanza del capitale privato nostrano, specie dopo l'adozione dell'euro, ad affrontare i marosi di una concorrenza mondiale sempre più fitta di nuovi protagonisti, privati e di stato, d'oriente ed occidente, in tutti i settori produttivi, commerciali e soprattutto monetari.

Le stesse dichiarazioni di Mario Draghi, presidente della Bce, al cospetto dei membri del parlamento di Bruxelles, rivelatrici di primi segnali positivi della manovra del “Quantitative easing”, suonano infatti in netta contraddizione con la suddetta cessione, almeno in ambito economico italiano.

Ne troviamo l'indizio nelle stesse parole di Draghi che, come un ritornello, ha ripetuto che le manovre monetarie non bastano se non accompagnate da efficaci riforme.

Le colpe, aprioristicamente,sono sempre altrui.

Nessun commento:

Posta un commento