venerdì 20 marzo 2015

La comprensione di Draghi per i guerriglieri di Francoforte

Martedì, 17 marzo, a Francoforte sul Meno. Diecimila giovani provenienti da varie parti d’Europa sono qui giunti per manifestare la loro protesta contro austerity e troika, in nome di greci, italiani e spagnoli.

L’occasione è l’inaugurazione della nuova sede della Bce: un grattacielo costato 1,3 miliardi di euro, alto 185 metri, tutto rivestito di acciaio e di cristallo.

La protesta tenta di concentrarsi davanti al nuovo simbolo del potere europeo, ma un numero forse altrettanto nutrito di agenti lo impedisce.

Il corteo degenera rapidamente:  si divide in più parti, pochi tentano di proseguire nella protesta pacifica ma i più  si espandono nei quartieri della città e contrattaccano la polizia, distruggendo vetrine, e incendiando automobili.

Gli invitati all'inaugurazione raggiungono il palazzo di cristallo in elicottero o via acqua per raggiungere un’entrata del grattacielo, affacciata appunto sul fiume Meno.

Alla fine sono centinaia gli arrestati, i feriti e gli intossicati.

Draghi, il presidente della Bce, pur colto di sorpresa, esprime la sua comprensione: “Li capisco, serve un’Europa più solidale”.

Dichiarazione misurata ma insufficiente e addirittura ambigua, se resta confinata a un evento di guerriglia urbana.

La Banca Centrale di Francoforte è l’incarnazione di una politica monetaria, condivisibile o meno, ma sicuramente applicata male, anzi sbagliata e ingiusta alla radice.

Questo blog è nato per questo.

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