Il complicato percorso del fiume di denaro - almeno 1.140 miliardi di euro, scanditi in 60 miliardi per 19 mesi - stanziati dalla Bce, per tutta l'euro zona, è iniziato.
La Banca d'Italia che, come Banca centrale nazionale, sarà fulcro della distribuzione dei circa 150 miliardi della quota italiana, ha ribadito sinteticamente i vantaggi della manovra definendola, nel suo sito, “una importante iniziativa per stimolare gli investimenti e uscire dalla crisi”.
Se ne vuole qui dare una valutazione da un diverso punto di vista, tentando di anticipare il quadro che emergerà soprattutto dopo la conclusione della manovra finanziaria.
A questo fine, il metodo più idoneo si può rifare ai principi di buona contabilità che risalgono ad un monaco francescano del sedicesimo secolo, Luca Paciolo: grande matematico, filosofo ma anche studioso di scienze amministrative e, in tale veste, tradizionalmente considerato inventore della partita doppia.
In ragioneria la partita doppia è una tecnica che, se rigorosamente applicata, non consente alibi alla verità dei fatti perché garantisce la specularità di ogni decisione assunta e registrata.
Alla conclusione del periodo di durata del “Quantitative easing” (non escludendo interventi di verifica in ogni momento del trascorrere del finanziamento) sarà comunque fatale constatare ad esempio che Bankitalia sarà detentrice (in proprietà o garanzia) di un certo ammontare di titoli di credito da essa acquisiti ma, nel contempo, sarà debitrice verso la Bce delle somme da quest'ultima prestate.
Se la leva finanziaria innescata dalla manovra avrà conseguito effetti benefici nel senso di “efficace stimolo agli investimenti e di uscita dalla crisi” - come auspica Bankitalia - il sistema paese ne trarrà effetti proporzionali e sarà complessivamente in grado di restituire, in tempi adeguati, il denaro avuto dalla stessa Bce che all'uopo ha provveduto alla stampa di carta moneta relativa.
In caso contrario, accadrà che Bankitalia, o eventuale banca intermediaria, rimarrà debitrice assai più solvibile (quindi preferibile) nei confronti della Bce di Francoforte quale ideatrice dell'iniziativa del “Quantitative easing”.
E'evidente che la Bce opera in situazione di notevole privilegio, tenendo presente che non ha dovuto subire altri costi, se non quelli dell'operazione di stampa.
Per concludere, politicamente, quali che siano i risultati della manovra si concretizzerà una ulteriore verticalizzazione dei poteri (quello creditizio, nella fattispecie) che caratterizzerà definitivamente il processo unitario europeo in modo radicalmente difforme dall'ipotesi federalista del Manifesto di Ventotene.
Al quale, almeno in Italia, tale processo si era storicamente ispirato e con esso quasi identificato.
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