lunedì 21 settembre 2015

Interpretazione operativa delle elezioni greche

Una riflessione sui risultati delle consultazioni elettorali greche ha un arco vastissimo di presupposti, non tutti autenticamente politici, che possono tuttavia essere utile ad una ipotesi operativa animata da uno scopo preciso.

Prima di chiarire la natura di tale scopo, partiamo da una valutazione complessiva della situazione greca che sintetizziamo in due considerazioni che godono di generale ammissione.

A) La situazione economica greca, nelle condizioni date, non riuscirà mai a risollevarsi, salvo un concordato con tutti i paesi della moneta unica per diminuire il suo monte debiti o procrastinarne a lunghissimo termine il loro adempimento

B) La Grecia, nella contraddittoria vicenda consumata in questo anno, ha quanto meno dimostrato una prevalente volontà popolare di restare in Europa e di accettarne la moneta.

In questo scenario l'Unione Europea commetterebbe l'errore peggiore se non riconoscesse a sua volta l'esigenza di esprimere il massimo di disponibilità a crearne le condizioni, per l'evidente e colossale smacco (con le peggiori conseguenze politiche in ambito internazionale) che ad essa deriverebbe dall'ipotesi di uscita definitiva della Grecia dall'Ue e dall'euro.

Su queste premesse, dal punto di vista dell'individuazione delle condizioni formulabili, sarebbe quanto meno opportuno ricostruire tutto il percorso di adesione della Grecia all'Unione europea e soprattutto all'euro.

Solo dopo una ricostruzione precisa delle line guida che hanno condotto all'ammissione della Grecia, si ipotizza che "potrebbero" emergere condizioni in via gradata di questo tipo: non equanimi, irregolari, illegittime o addirittura leonine.

Eventuali condizioni di questo tenore rappresenterebbero giustificate ragioni di indennizzo o di risarcimento e conseguentemente un proporzionale alleggerimento dello smisurato passivo del suo bilancio pubblico.

Nella piena consapevolezza politica del processo unitario europeo, sarebbe infatti altamente autolesionistico, al cospetto dell'opinione pubblica internazionale, che non si riconoscessero eventuali cospicue inadempienze, programmate o casuali, esercitate a detrimento della nazione greca.

Noi crediamo che tale ipotesi difficilmente potrebbe non sussistere in un quadro di diagnosi obiettiva per una ragione semplice.

Il sopruso esercitato nei confronti del nostro paese (che è alla base dell'attivazione del presente blog), è infatti stato tale che non può essere stato privo di conseguenze nei confronti delle economie dei paesi aderenti alla moneta unica, come è facilmente intuibile.

Sbagliata una conversione monetaria, nella fattispecie dell'euro, è fatale che l'errore si sia propagato matematicamente alla media (ponderata) di tutta le altre.

Taluni, come sicuramente il nostro paese,  sicuramente, hanno perso, altri o un altro ci ha guadagnato ma sicuramente tutti (Grecia inclusa) ne hanno risentito.                

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