domenica 13 settembre 2015

L'elezione di Corbyn ed il "Quantitative easing"

Le seguenti brevi note potranno sembrare, con fondatezza, ispirate principalmente a motivazioni politiche: ci sia tuttavia dato credito se affermiamo che esse sono scaturite da una specifica considerazione, strettamente attinente ai temi che questo blog ha scelto di interpretare.

Senza tale considerazione, infatti, non ci saremmo addentrati in alcuna valutazione dell'avvenuta e sorprendente (almeno inizialmente, i suoi bookmaker lo davano 200 a 1) elezione di ieri, 12 settembre, di Jeremy Corbin a segretario del partito laburista inglese.

La netta vittoria (59% dei circa 500 mila votanti) nelle primarie aperte, del sessantenne deputato britannico, da oltre trentanni eletto nel medesimo collegio, rappresenta un duplice segno positivo.

La figura di Corbyn, per la sua biografia, rappresenta infatti, non solo per la sinistra britannica, un salutare e sicuro esempio di coerenza ideale e di indipendenza personale.

Non ha mai cercato, né mai ottenuto, posizioni di potere di governo o altrove, e fedele alle posizioni storiche del socialismo europeo, ha indubbiamente saputo cogliere, mantenendosene distante, la vera natura delle ibride ed illusorie novità delle "terze vie" concepite dal suo predecessore Tony Blair.

In un certo senso può rappresentare un segnale per gli stessi conservatori inglesi, se il Financial Times ha di recente potuto scrivere come l'alta finanza, inglese ed europea, si mostra incapace di individuare vie d'uscita dalla Grande Crisi.

Come scritto in premessa, un tema specifico ci ha spinto tuttavia a rafforzare e manifestare pubblicamente queste riflessioni.

Ci riferiamo precisamente alla posizione del neo segretario laburista nei confronti della politica monetaria del "Quantitative easing" (ns. post del 12 marzo u.s.) perseguita da alcuni mesi dalla Banca Centrale di Francoforte e generalmente gabellata come sicuro toccasana per l'auspicato giro di boa della crisi economica europea.

Ponendo il dito sulle criticità di tale (presso che incontrastata) impostazione, Corbyn ne ha colto non solo l'elemento inflazionistico ma essenzialmente il suo volgersi a favore delle categorie economicamente più privilegiate, quelle dell'universo bancario "in primis".

In questo quadro il nuovo rappresentante laburista inglese, anche solo attingendo a presunte vecchie sensibilità, ha molto da dire al Pse ed ai rappresentanti parlamentari europei che siedono in modo apatico nel Parlamento europeo.

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