martedì 29 settembre 2015

Cosa ci può insegnare il crac tecnico della metropolitana romana

E' stato, ieri, il lunedì nero (ormai ogni giorno della settimana ne ha almeno uno) delle borse europee ma, per, i romani, del grande crac (fortunatamente senza vittime) della linea A, la più importante delle tre che compongono il trasporto sotterraneo della Capitale.

I giornali, oggi, si sono sbizzarriti a ricostruire la causa della sospensione improvvisa del trasporto pubblico in metropolitana, verificatasi alle otto del mattino, quando le carrozze sono stracolme per il flusso quotidiano di lavoratori che si recano ai loro impegni.  

Sulla più importate delle tre linee metropolitane di Roma, proprio sul tratto turisticamente più frequentato, quello che transita per Piazza di Spagna, un vano - batteria (del peso di alcune decine di Kg) si stacca dal convoglio in corsa e per spinta inerziale sbatte contro il soffitto della galleria provocandone il distacco della volta.

Il treno si ferma (lo rimarrà per otto ore e anche le altre due linee -linea B e linea C- ne risentiranno per buona parte della giornata) e i passeggeri di tutti i convogli della linea A sono fatti scendere, per salire in superficie e  specialmente i lavoratori si arrangiano come possono per raggiungere, con i propri mezzi o con bus sostitutivi, la sede aziendale e timbrare il cartellino.

Ma perché raccontiamo questo episodio (peraltro preceduto da altri due incidenti consimili nei mesi trascorsi) ?

Perché è la cartina di tornasole di una criticità che contraddistingue gran parte degli Enti Pubblici, cioè l'inadeguatezza amministrativa delle loro classi dirigenti.

Al di là dell'argomento polemico emerso nelle polemiche della giornata, subito identificato nella mancata disponibilità delle risorse monetarie per far fronte alla manutenzione dei convogli,
è doveroso denunciare un carenza fondamentale, frequentemente ricorrente o erroneamente applicata, che contamina la fondatezza sostanziale della Pubblica Amministrazione.

Esso consiste nella voce contabile generalmente registrata con la denominazione  Ammortamenti, con cui si calcola, per ogni esercizio, una percentuale di logoramento che compete ad ogni elemento del patrimonio soggetto ad usura, come macchinari, fabbricati, automezzi e strumenti vari di ufficio e di laboratorio.  

Senza la consapevolezza della determinante importanza di questa procedura contabile, e soprattutto la sua applicazione, ogni configurazione del pubblico bilancio non riesce ad altro che illudere sulla sua vera consistenza ed essere causa  del suo inevitabile degrado.

Può infatti affermarsi, in conclusione, che lo stato (assai precario) del bilancio capitolino, in gran parte, scaturisce precisamente da questa fondamentale deficienza di attenzione del suo inarrivabile patrimonio storico, architettonico e urbanistico.    

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