mercoledì 23 settembre 2015

Azzardo psicanalitico delle grandi strutture (pubbliche e private): lo scandalo Volkswagen

Ci sono tratti comuni nelle grandi crisi che incombono sul pianeta, ma più precisamente sulle grandi strutture organizzative politiche, istituzionali e imprenditoriali che, per esso e il suo futuro, dettano le linee guida decisive e fondamentali.

Strutture possenti, facenti capo a istituzioni pubbliche o patrimonio privato di gruppi dell'alta finanza, spesso di natura mista, presenti parallelamente in ogni parte del mondo, sia nella sfera storicamente occidentale (America del nord ed Europa) come orientale (Cina ed India), che dir si voglia.

Il loro comportamento ha varie ed interessanti analogie, ma una soprattutto che le contraddistingue: l'intrinseca e convinta impunità di molti di coloro che le dirigono o ne sono parte collaborativa essenziale.

Consideriamo lo scandalo Volkswagen e soppesiamo l'esemplare comportamento del suo Ceo Martin Winterkorn..

Costretto, dalle dimensioni dello scandalo, a presentarsi, contrito ma non troppo, nel gran circo televisivo internazionale, per chiedere scusa al mondo intero per il colossale meccanismo truffaldino operato dalla storica casa automobilistica tedesca di cui egli è vertice operativo e responsabile.

Ma, appena successivamente, a domanda esplicita, risponde che non intende dimettersi. La sua contrizione è una mera necessità tattica e il suo pentimento è comunque subordinato alla dimensione della sua ambizione o alla potenza della società (di cui è socio pubblico rilevante il Lander della Bassa Sassonia).

Non lo possiamo ovviamente desumere, ma possiamo legittimamente individuare un atteggiamento usuale di tutti gli uomini che guidano le grandi strutture organizzative.

La forza (di pubblico consenso e di risorse economiche) della struttura dilata, in chi la guida, le dimensioni della sua importanza e induce l'abbaglio della sovranità.

Nel substrato psicologico dei leaders è spesso fatale il sorgere, per vie inconsce, della identificazione
personale del potere stesso della struttura ai suoi ordini e della convinzione conseguente di poter operare "legibus solutus".

Che può importare al capo della (si dice) più grande casa automobilistica del mondo, l'emissione di gas inquinanti quando il fatto stesso di aver posto in essere un meccanismo che occulta il crimine ecologico ed anzi lo giustifica, se finalizzato ad accrescere i profitti e la primazia mondiale della casa.

Ma il caso Volkswagen non ha forse un precedente significativo nella circostanza della decisione del tasso di conversione della lira in euro, dove il facile cinismo tedesco ebbe buon gioco sulla pochezza politica italiana di allora ed i cui deleteri effetti sono tutto persistenti ?

Quando cioè, in un quadro psicologico rovesciato, Prodi e D'Alema (presidenti del Consiglio di allora, 1998), forse proprio per la loro debolezza politica della struttura politica che rappresentavano, non riuscirono (né furono aiutati) a capire quale atto di subalternità al signoraggio tedesco si erano disposti a consumare.

Parimenti, l'allora economista in carriera (ed ora  Ministro dell'economia) Pier Carlo Padoan, ebbe la pusillanimità di tacere, pur avendo all'epoca (1998) scritto e pubblicato scritti ambiziosi e assai complicati, da cui comunque era facile evincere la loro abissale distanza dalle modalità con cui concretamente la lira fu convertita in euro.

L'opposto è accaduto nel caso Volkswagen, nel quale l'astuto meccanismo tecnologico finalizzato ad occultare il grado effettivo di inquinamento dei diesel tedeschi, è stato scoperto da
uno sconosciuto tecnico americano di nome John e di cognome (ironia del destino) German.


P.S. Eventuali letture di pagine e post precedenti:

Pagina: "Documenti"
Pagina: "Perché questo blog"

Post: "A.D. 1998: Chi ratificò formalmente la conversione della lira in euro?"   8  febbraio   2015
Post: "Lettera aperta al ministro dell'economia Pier Carlo Padoan"  20 aprile 2015
Post: "La resa di Pier Carlo Padoan"  11 giugno   2015
Post: "E (da Prodi) un altro raggio di luce fu..."  22    giugno   2015
Post: "Lettera aperta a Massimo D'Alema"  4   settembre 2015

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