domenica 1 maggio 2016

1° MAGGIO: una festa per molti, ma non per tutti

La Festa del Lavoro è una "fitta". Il I° maggio è come il Natale: splendido per chi ha una famiglia, pessimo per gli altri, che in quel giorno ne sentono ancor di più la mancanza.

Senza una politica industriale, il Paese naviga a vista.

Ed il lavoro non si crea con gli sgravi per chi assume, ma programmando direttrici di sviluppo sostenibile che valorizzino le vocazioni dei territori.

L'ultima fase di uno sforzo in questa direzione fu Bersani nel 2006 con "Industria 2015", quando da Ministro dello Sviluppo Economico, definì un piano articolato in linee strategiche per indirizzare la crescita del Paese.

Da allora sono 10 anni che s'improvvisa.

Mentre l'informatizzazione, che all'inizio rimpiazzava solo il lavoro ripetitivo, oggi è in grado di surrogare prestazioni sempre più complesse, espellendo migliaia di lavoratori da posti considerati, fino a pochi anni fa, sicuri (bancari).

Allora niente più 1° maggio?

Al contrario, dobbiamo continuare a festeggiarlo.

Ma vorrei che anche in questo giorno - ogni anno - sindacati, imprese, docenti e giornalisti pubblicassero un "Quaderno bianco del lavoro, con proposte e denunce,  per fare il punto politico
sul tema del lavoro.

Ed incalzare il Governo a fare finalmente una politica industriale che individui e sostenga i settori dove la creazione di nuovi è più promettente, raccordandola con la formazione universitaria.

Insomma ci vuole buona politica per dare ai giovani concrete opportunità di lavorare e costruire la loro vita.

Altrimenti il Concerto diventa uno sballo per non sentire la "fitta".

Massimo Marnetto

Nessun commento:

Posta un commento